Enrico Piaggio
uomo tutto d'un pezzo
 
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Capello brizzolato, giacca e cravatta, ha quasi 60 anni Romolo ma preferirebbe non dirlo, è entrato quattordicenne in Piaggio e ne è uscito nel '96 da responsabile delle spedizioni. Ora accompagna gruppi di persone a visitare lo stabilimento di Pontedera, in provincia di Pisa, conosce ogni angolo della fabbrica e parla volentieri degli anni passati in azienda. Si emoziona quando gli si chiede della Vespa. Lui le colleziona, recupera quelle che ad altri potrebbero sembrare solo vecchi rottami, le smonta, le restaura e le rimonta. Non è un lavoro difficile per lui: "41 anni in Piaggio saranno pur serviti a qualcosa" dice.

Che atmosfera si respirava in Piaggio nel periodo del boom di Vespa, diciamo fine anni '50 inizio '60?

Beh le cose andavano molto bene, Piaggio non aveva praticamente concorrenti per quanto riguarda la motorizzazione su due ruote. Nelle campagne non c'era il servizio di trasporto pubblico e quindi la Vespa era l'unico modo per spostarsi in modo rapido. Negli anni '50 Vespa era un segno di distinzione, un po' come avere un BMV adesso. Le strade poi non erano ancora asfaltate e Vespa era stata disegnata da Corradino D'Ascanio proprio per evitare di sporcarsi percorrendo strade bianche. Era un orgoglio essere in Piaggio.

Che cosa distingueva Vespa dagli altri veicoli su due ruote, perchè‚ secondo lei il successo?

Enrico Piaggio era un uomo che vedeva molto lontano e che aveva intuito che le masse andavano motorizzate, ma serviva un mezzo non troppo costoso e che fosse adatto alle loro esigenze. Fu Corradino D'Ascanio, un ingegnere che lavorava con il signor Piaggio ad avere le intuizioni giuste. Alcune caratteristiche dei mezzi d'aviazione furono utilizzati nella costruzione della Vespa. Ad esempio, le sospensioni Vespa sono le stesse del carrello degli aerei, perfino il motore ha qualcosa in comune con quello dei velivoli. Serviva poi un mezzo maneggevole e adatto alle donne, la rivoluzione era dietro l'angolo. Ancora oggi Vespa viene costruita in lamiera anziché‚ in plastica come gli altri scooter. Alla lamiera non si può rinunciare perché‚ si snaturerebbe il mezzo, poi la lamiera non inquina mentre la plastica si.

Lei era già in Piaggio ai tempi di Enrico Piaggio, che tipo era, si faceva mai vedere in fabbrica?

Come no! Quando sono stato assunto io lo s'incontrava tutti i giorni. Io mi sono preso diverse lavate di testa da lui. Era un uomo tutto d'un pezzo. Con lui non si poteva discutere, si faceva come diceva e basta. Disciplina innanzi tutto.

Parlando con diversi vespisti, più d'uno mi diceva che una delle caratteristiche della Vespa è che non si rompe mai.

Non esageriamo, non è che non si rompe mai, è che il principio seguito nella costruzione è quello della semplicità per cui quando un pezzo ha problemi non è necessario smontarla completamente, si interviene solo sul pezzo danneggiato. Comunque, si, è molto solida.

Nel 1951 un prototipo vinse il record mondiale del chilometro lanciato. Vespa compete ancora?

Diciamo che non compete più sponsorizzata da Piaggio. L'azienda non costruisce veicoli appositamente per farli correre, ma è naturale che nessuno impedisce a chi vuole di comprarne una si serie di elaborarla e farla gareggiare. Se vince la Piaggio comunque ne ha un guadagno in immagine.

Pagine a cura
di Barbara Righini
Credits