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Pagine a cura
di Barbara Righini
Credits
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Seicentomila metri quadrati di stabilimento, la Piaggio domina Pontedera, in provincia di Pisa, dagli anni della prima guerra mondiale e il viale che costeggia i capannoni della fabbrica non poteva che portare il nome di colui che ha fatto grande il marchio: Rinaldo Piaggio.

Alla portineria "Due Ruote" centinaia e centinaia di scooter rossi, gialli, azzurri, comunque fiammanti, se ne stanno coperti e affiancati in attesa di essere caricati per la consegna. Entrano una dopo l'altra le tute blu, soprattutto donne: sono più del 50% le ragazze, le madri e le signore che lavorano al reparto due ruote. I dipendenti Piaggio oscillano, a seconda della stagione, dalle 4500 unità alle 5500, nel 1982 è stato raggiunto il picco di 12000 persone, è stato l'anno in cui sono stati prodotti oltre un milione di veicoli su due ruote. Un colosso che vende in 114 paesi al mondo e che ha solide basi anche all'est, oltre che in Europa. Per quanto riguarda il vecchio continente infatti, oltre allo stabilimento in provincia di Pisa, un altro importante è quello in Spagna che però produce le due ruote di piccola serie, come, ad esempio, il Ciao. E' in India poi l'altra grande fabbrica Piaggio che quest'anno potrebbe superare come dimensioni quella di Pontedera. Sta inoltre aprendo un'altra succursale in Cina, per quel paese gli anni '90-'00 sono molto simili agli anni '50 in Italia: si avverte forte il bisogno di motorizzazione.

Dentro lo stabilimento madre, a Pontedera, si lavora ancora in catena di montaggio, l'automazione non ha sostituito la manodopera ma negli ultimi anni un grande sforzo è stato fatto per rendere migliori le condizioni di lavoro sia come ambiente, sia come rapporti umani fra operai e superiori.

Entrando al reparto 2 ruote, dove vengono prodotte 6 linee di scooter fra cui la nuova Vespa, quello che colpisce è l'ordine. Si cammina su un fondo di gomma che impedisce l'impolverarsi dei motocicli appena costruiti, lungo un tracciato stabilito da linee invalicabili e da semafori che indicano il momento giusto per attraversare. Sopra alla testa, riparati da grate in ferro, i telai degli scooter appena verniciati vengono smistati alle varie linee per essere assemblati. Nessun odore nell'aria. A ogni linea il proprio colore così che anche un nuovo assunto possa riconoscere i pezzi giusti se inviato al magazzino per caricare cesti pieni del pezzo mancante. Il telaio viene per prima cosa battezzato in modo da avere un nome e un cognome: da un po' di anni si produce solo su ordinazione quindi non esiste in realtà un vero e proprio magazzino, ogni mezzo ha già un padrone al quale dovrà essere consegnato. Di stazionamento in stazionamento il telaio acquista forma e assomiglia sempre di più allo scooter finale. C'è un tempo preciso per ogni fermata e se dovessero sorgere problemi basterà chiamare il responsabile, ve n'è uno ogni 10 lavoratori: è la cosiddetta fabbrica integrata. Ogni operaio ha diritto a fermarsi 6 minuti all'ora per riposarsi e mezz'ora per la pausa pranzo. Dato che gli scooter vengono acquistati in ogni parte del mondo vanno anche montati in modo diverso a seconda del paese di destinazione, questo è il motivo principale per cui il montaggio non può essere automatizzato.

Giunti alla fine del processo il mezzo viene collaudato e riparato se qualche cosa non funziona. Tutti gli scooter sono ordinatamente disposti in fondo al capannone, non è necessario avvicinarsi molto per individuare fra i tanti la Vespa. Eccola là, fiera ed elegante: ha ammorbidito le linee ma è ancora perfettamente riconoscibile.

 
 
 
 
 
 

Fabbrica Integrata

Ogni responsabile deve coordinare e organizzare i 10 operai che dipendono da lui. Un tempo la burocrazia era enorme, le esigenze fatte notare dai lavoratori impiegavano tempi enormi per raggiungere i vertici. Ora ogni responsabile conosce le esigenze personali degli uomini a lui sottoposti e può organizzare i turni a seconda delle loro esigenze. Insomma, la fabbrica integrata ha come scopo quello di trasformare ognuno dei 5000 dipendenti da numero in persona. Il vantaggio è enorme sia per l'azienda, che taglia i costi derivanti da scioperi e da errori commessi per stanchezza o distrazione, che per gli operai, che sono più motivati, lavorano meglio, si stancano meno e producono di più.