Il viaggio. Che spesa!
In corriera per saldare il gruppo

 

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L'autista del pullman

"Davanti i più normali, dietro i più agitati". Questo il grido di battaglia degli Armati che salgono sulla corriera. Ma è la trasferta di un gruppo di ultras o una gita scolastica? La partenza è praticamente la stessa: ci si trova in un posto stabilito, il proprio stadio, e si sale su un pullman. Non manca l'emblema del pullman: l'autista. Quel signore che pare poter stare seduto solo al volante di un bestione e che tiene alla pulizia più di una madre.

Tutti su, di corsa. Di corsa perché la voglia di partire è tanta, ma anche perché la puntualità non è fra le caratteristiche degli Armati. E poi via con le posizioni assegnate dalla tradizione e ribadite da Andrea al suo ingresso nella corriera. Quando tutti hanno preso posto si parte. Tutti hanno preso posto non significa che tutti si sono seduti. Ognuno vive l'ansia da trasferta in maniera diversa. C'è chi occupa due posti perchè trova la concentrazione solo da sdraiato, qualcuno invece non riesce proprio a stare fermo e passeggia lungo il corridoio. Quasi tutti cantano. Si provano i cori da fare allo stadio, si crea l'atmosfera per essere meglio degli altri allo stadio.

Andrea non abbandona ancora il ruolo di organizzatore. La prima richiesta è economica. "Due euro per la coreografia". A cui subito aggiunge una precisazione. "Se li avete tutti in spicci, ve li tiro quando arriviamo a Urbania". E i ragazzi subito lo imbeccano "Vanno bene anche i centesimi?". Non tutti pagano. "Spesso - dice Andrea - sono quelli che vengono tutte le volte a pagare quando la corriera non si riempie". La trasferta è un rito per chi crede nella squadra, ma ci sono tanti che quando la squadra non fa risultato perdono la voglia di spostarsi tanto lontano. "Noi no" precisa Andrea. Ma questo noi comprende un numero limitato di fedelissimi. "Siamo arrivati ad essere soltanto in 6 o 7 per le trasferte più lontane o quelle invernali più fredde". "E poi quando la squadra va male è un disastro, la vittoria trascina".

Gli ultras in corriera

Le avventure in trasferta non si contano, soprattutto quelle successe prima di entrare allo stadio. "La prima volta - racconta Sara - non siamo neanche arrivati. E' scoppiata una ruota". Quando va veramente bene la corriera si riempie, ma anche in un caso del genere i costi sono alti. "Lo scorso anno - dice Andrea - la squadra è stata acquistata da un gruppo di San Marino e ci sono più fondi anche per noi tifosi. Le spese più grosse restano però a carico nostro, non siamo una tifoseria come quella delle grandi squadre. Ci sono gruppi completamente spesati dalle società, alcuni gestiscono addirittura il merchandising dell'azienda".

Il tragitto è breve. Da Urbino a Urbania non ci vuole neanche mezz'ora. "Ma - dicono i ragazzi - è esattamente come quando facciamo le trasferte nel resto delle Marche". La corriera serve per cementare il gruppo e per fare paura all'avversario. Ed effettivamente, i tifosi che arrivano in pullman tutti insieme sono una gran novità per la gente di Urbania. Le facce dicono tutte lo stesso: "Ma chi gioca oggi, la Juventus?" No, l'Urbino. E sono i suoi tifosi quelli che scendono dalla corriera con sciarpe, bandiere e fumogeni. I fumogeni non sono proprio in mostra, anzi sono nella borsa di una giornalista che accompagna i tifosi. "Sono assolutamente legali" precisano i ragazzi. Ma visto che le loro facce sono note ai carabinieri della zona è meglio non rischiare.

I ragazzi sono tutti davanti alla biglietteria. Per entrare si spinge e si litiga un po'. I prezzi non sono proprio economici: 7 euro l'ingresso allo stadio di Urbania per una partita di eccellenza. Proteste e spinte, ma in un quarto d'ora tutti i ragazzi sono dentro. Si passano anche i controlli delle forze dell'ordine e i ragazzi sono scortati fino al settore dello "stadio" che è stato loro riservato. Sono quasi le due e mezza di domenica 3 febbraio 2002 e le squadre sono pronte per scendere in campo.

 

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In corriera


le foto della trasferte


I video della trasferta