Bandiere in spalla
"Abbiamo perso, almeno torniamo in allegria"

 

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Il ritorno sul pullmann

"Siamo sempre gli ultimi a uscire dallo stadio". Nelle partite in casa, spiega Andrea, serve una pausa di riflessione dopo l'incontro. In trasferta è invece la polizia a trattenere per un po' i tifosi ospiti. Una pausa vicino allo stadio dove i carabinieri chiedono i documenti ad alcuni dei ragazzi, una piccola discussione e poi si sale lentamente sul pullman.

Qui salgono lentamente tutti. Riprendono più o meno gli stessi posti dell'andata. Le facce sono tristi ma non così disperate come si potrebbe immagine. Non ci sono scene di delirio, nessun finestrino rotto e il pullman che arriva arriva a Urbino esattamente com'era quando è partito. Se si deve rompere qualcosa lo si fa con la roba degli altri, non con quella che abbiamo pagato di tasca nostra. Sembrerebbe essere questo il motto degli Armati. I ragazzi recuperano con cura tutto il materiale: bandierine, bandierone, striscioni.

Sul pullman si fa il bilancio. No, non della partita. Ma del tifo. "Adesso anche a Urbania - dichiara subito Andrea - non venderò più una gomma". Alcuni ragazzi sembrano tristi. Andrea è soltanto divertito. A lui basta aver urlato più degli altri e poi della partita non ha visto più di tanto, è sempre stato con le spalle rivolte al campo. Questo è anche il momento in cui ci si informa dei risultati delle squadre di serie A. Tutti vogliono sapere come si è comportata la propria squadra del cuore (la seconda perché prima viene sempre l'Urbino). A Urbino si scende al solito stadio. L'autista lascia tutti e se ne va. I ragazzi restano per gli ultimi commenti e per preparare la partita successiva. Perché il bello dei tifosi sta proprio nel ricominciare sempre da capo, ogni domenica come se fosse la prima.

A sinistra l'attesa dietro i cancelli. A destra il ritorno al pullmann

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Il ritorno


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