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Ilaria
ha lasciato il suo ragazzo laziale e ora pensa solo
a Totti
Un sogno proibito di nome Francesco
"Quante lacrime per un amore impossibile"
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Quant'è forte un amore a diciassette anni?
Quanto un pensiero ossessivo, un'inquietudine, è più
intenso se è urlato e quanto, invece, è più travolgente
se rimane muto? Ilaria non strilla, non corre, non ride
mai quando parla di Francesco, come lo chiama
lei. È seria, a volte seriosa, e quando gli amici la
prendono in giro per quello che lei dice amore, tace
fiera. Quando parla di Francesco, come lo chiama lei,
i suoi occhi si addolciscono. Ed è forse mentre pensa
a Francesco, che Ilaria divora le sue unghie.
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Ha 17 anni e frequenta l'istituto alberghiero.
Si è appena lasciata col suo ragazzo, "per di
più laziale" ironizza, e quattro, cinque volte
a stagione va davanti ai cancelli di Trigoria
a "vedere i giocatori", con la sua amica
Alessandra e un gruppo di ragazzotti. Per farlo,
attraversa tutta Roma. "Oddio - confessa - non
proprio per tutti i giocatori. Io vengo soprattutto
per lui, per Francesco". Ilaria si dice innamorata.
Racconta di piangere spesso per questo
Francesco, chiusa nella sua stanza fingendo di
studiare. Parla delle lettere mai spedite che
scrive al suo capitano, simulando conversazioni
improbabili e confessioni a cuore aperto. "Mi
capita - spiega Ilaria, lucida nelle considerazioni
che fa di se stessa - di sedermi alla scrivania
e scrivergli. Per parlargli, in un certo senso.
Gli scrivo che mi fa male sentire la gente criticarlo
per come parla e che morirei dalla voglia di conoscerlo.
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Ilaria, fuori dai cancelli
di Trigoria
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"Gli ho scritto della prima volta che sono venuta
a Trigoria, gli ho raccontato che è stato mio padre
a chiedergli l'autografo perché non sono riuscita
a fare un passo né tantomeno a spiaccicare parola. E
pensare che a me fa morire sentirlo parlare. Mi piace
troppo ascoltarlo. Soprattutto quando comincia
le sue frasi con 'è normale che…'. Mi fa morire. Occhi
penetranti e bocca dolce. È così che lo descrivo. Guardatelo
- e invita a buttare gli occhi nel suo portafogli -
occhi penetranti e bocca dolce", ripete ancora e ancora.
"Io piango per lui", ammette. "Quando? Ogni volta -
spiega arrossendo - che una ragazza va in televisione
per incontrarlo, ad esempio. Piango perché vorrei essere
al suo posto a Carràmba, piuttosto che a "C'è posta
per te". Mi fa soffrire sapere che altre ragazze hanno
la possibilità di conoscerlo e io no".
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Ilaria con la sua amica
Alessandra
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Mai telefonato alla redazione di una qualche
trasmissione televisiva; mai saltata sul cofano
del fuoristrada di Francesco Totti; mai andata
sotto casa del capitano con la speranza di incontrarlo,
però. "Tanto - sospira Ilaria - sarebbe come vederlo
qui. Non ne varrebbe la pena. Tanto - sospira
- lui non sta certo a pensare a me. Sono solo
un'adolescente, io. Sì, un'adolescente, ecco cosa
sono". E poi. "Quel giorno al Circo Massimo
è stato stupendo. Avrei pagato oro per stare
sul palco con lui. Purtroppo - abbassa lo sguardo
Ilaria - eravamo troppo lontani". E subito dopo:
"È irraggiungibile. Anche se non si sposerà con
una letterina o una ballerina - dice -
di certo non si verrà a prendere una di noi. Sicuramente,
non me. Mi è impossibile anche solo incontrarlo.
A pensarci bene, non so cos'è che hanno le mogli
dei giocatori in più di noi semplici tifose. So
solo che, fra tante, non ho nessuna possibilità".
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"Francesco Totti - dice in coro con Alessandra, che
l'abbraccia in continuazione - non è solo bello e bravo.
È il nostro capitano. Lui è un mito. È un ragazzo
semplice che non si è montato affatto la testa. Io non
capisco perché lo criticano sempre. Certo - considera
- non è che sia sto' bijou de' ragazzo. Ma la
verità è che i giocatori erano tutti così prima di fare
i soldi. Lui è rimasto quello che era. Dovrebbero apprezzarlo
invece di dargli sempre addosso". Si dice timida, ma
non esclude la possibilità che un giorno faccia qualcosa
per incontrare Totti. "Anche se so - aggiunge - che
sarà comunque inutile. Un amore rassegnato già a 17
anni? "No - replica - è che il mio e il suo mondo sono
lontani anni luce. È un amore solo sognato. Ma sognare
è lecito: in classe, sul mio banco, lui sta sempre vicino
al foglio bianco del compito; la mia stanza sembra la
sua, tante sono foto appese alle pareti".
Adolescente alle prese con i turbamenti che danno
le emozioni, ma da grande? "A Roma - fa una citazione,
Ilaria - si dice 'quello che passa il convento'. Io
dico che vorrei provare a lavorare nel mondo dello
spettacolo. Ma forse dico così solo perché credo
avrei più possibilità di conoscere Francesco". I suoi
sogni non escono mai dalla sua stanza, ma sono chiari.
"Se avessi Internet - dice - starei 24 ore al giorno
collegata al suo sito. Nelle lettere che gli
scrivo, gli dico tutto. Soprattutto che è la prima persona
a cui penso la mattina e l'ultima prima di andare a
dormire".
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(02 gennaio 2002)
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