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Il
bioarchitetto
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E
in futuro...
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"Quello
che ho cercato di tenere sempre presente progettando il condominio Villaverde
- spiega Sasso - è stato
di creare a spazi amabili, in cui fosse gradevole vivere. C'è
stato quindi uno studio della disposizione dei locali e delle finestre,
e, per quanto rigurda l'esterno, ho pensato a un edificio che non sembrasse
finto come tanti altri che lo circondano.
Ma naturalmente
anche in questo caso, bisogna fare i conti con i soldi. Le costruzioni
ecologiche costano in Italia dal 10 al 20 per cento in più,
soprattutto a causa della distribuzione, che opera in regime di quasi
monopolio. La
logica inflessibile dell'economia vuole i massimi risultati con
il minor investimento, che si traduce in una brutale rinucia a quegli
interventi e materiali Bolzano,
si sa, ha il cuore che batte nella Mitteleuropa e nel nostro caso
l'ok di massima arriva dall'alto e si inizia con la progettazione di quello
che sarà il primo condominio ecologico italiano edificato
dall'ente case popolari. "Mi sono imbattuto - prosegue - nei tecnici: c'erano quelli curiosi ma scettici e quelli che dicono 'ma poi tocca a noi intervenire quando le cose non vanno...la normativa non lo prevede...non possiamo permetterci di fare esperimenti...cosa crede che l'Istituto le passi il rabdomante...'. Insomma, i tecnici vanno contattati uno a uno, cercando di creare il vuoto intorno ai più ostili.
"Con
facilità riusciamo, io e i colleghi Aldo Di Collalto e Valentino
Andriolo, a convincere i responsabili sull'opportunità di
non creare posti macchina sotto gli appartamenti, raddoppiando
invece la capienza di un garage sotterraneo vicino. Anche l'idea di un
bar con terrazza su due piani piace: spunti di socializzazione".
Nello spazio verde: una concimaia, un luogo per la raccolta differenziata dei rifiuti, cespugli fruttiferi della zona. "Io - precisa Sasso - avevo pensato anche alla fitodepurazione: un sistema di tre laghetti dove deviare le acque grigie. L'acqua depurata sarebbe stata ustata per innaffiare. Analisi periodiche avrebbero accertato i livelli di depurazione: sarebbe stata una verifica sperimentale per eventuali iniziative future più ardite. Vicesindaco e presidente dell'Istituto non erano contrari, ma poi hanno prevalso i no: c'era il problema della manutenzione dei laghetti, e la loro eventuale pericolosità per dei bambini piccoli".
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