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A cura di
Stefania Zani

 
 

L'architettura secondo Sasso

"La disgregazione di gran parte dello spazio urbano contemporaneo e la conseguente mancanza di senso di appartenenza per quanti ci vivono e lavorano sono da tempo sotto gli occhi di tutti: l'organicità che connota i centri storici - generata da elementi che, basati sulle risorse specifiche del luogo e su una condivisa visione del mondo, 'automaticamente' si ponevano in relazione - è oggi un fenomeno che sembra irripetibile e anche edifici architettonicamente validi non riescono a risolvere un insieme cacofonico, rozzo insensato".

Questo lo sfogo di Ugo Sasso, e queste anche le premesse per capire il suo pensiero.

Perchè bioarchitettura significa molto di più che costruire in modo biocompatibile ed ecosostenibile. "L'amianto ad esempio è ecosostenibile ma non biocompatibile, per il legno vale l'opposto: è sicuramente biosostenibile ma non biocombatibile, basta guardare alle foreste Amazzoniche e al loro disboscamento selvaggio".

"Ma il concetto che ho io di bioarchitettura va ancora oltre: non può prescindere dalla geografia, e cioè dal luogo dove sorge un edificio e soprattutto dall'uomo che vi abiterà. Ritengo che l'uomo debba essere sempre al centro di un progetto. Non sono affatto d'accordo con Le Corbusier che considerava la casa una macchina per abitare".

 

Link utili:

foreste Amazzoniche

Le Corbusier

 

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