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Tutto è pronto per la partenza

E' il giorno della gara. Sono le sette e mezza di mattina. Edoardo arriva con la sua panda verde davanti all'ingresso di villa Pamphili. Tra un'ora e mezza partirà la trentaduesima edizione di "Corri per il verde" la campestre più antica d'Italia, una competizione divisa in quattro incontri disputati con due settimane di distanza l'uno dall'altro in quattro parchi della capitale. Secondo il regolamento della Uisp (Unione italiana sport per tutti), che organizza la competizione, i punteggi ottenuti nelle quattro gare si sommeranno. Oggi si corre l'ultimo incontro. Edoardo si avvicina al banco delle iscrizioni, mette una firma, riceve il pettorale: numero 663. Manca un'ora alla partenza. I commissari piantano gli ultimi pali di ferro nel terreno umido intorno ai quali fanno passare i nastri gialli che delimitano il percorso. Sia vicino che lontano il parco è pieno di uomini e donne in calzoncini e canottiera che tastano il terreno, provano le scarpe, fanno ricaldamento.

C'è tempo sufficiente per sondare alcuni punti del percorso. Tutta la gara misura 8 chilometri: tre giri da circa 2 mila e 600 metri. Con la tuta ancora addosso Edoardo passa sotto al ponte di gomma che indica la partenza, segue i nastri che segnano il corridoio dentro il quale i maratoneti devono correre, si allontana fino a perdersi tra due file di pini marittimi. Quando torna è sorridente e rilassato. "E' ora di iniziare il riscaldamento", dice togliendosi la tuta. Si allaccia le scarpe, appunta il pettorale sulla maglietta e inizia a correre su e giù su un sentiero di terra battuta.

"Gli atleti delle categorie Master, Amatori, Promesse e Junior devono presentarsi sulla linea di partenza", dice alle nove in punto una voce dall'altoparlante che si trova vicino allal partenza. Una calca di uomini in pantaloncini si ammassa sotto il ponte di gomma. In prima fila c'è Edoardo. Alcuni corridori tengono la mano pronta sul cronometro per far partire il tempo. C'è chi si guarda intorno, chi invece guarda dritto davanti a sé, aspettando il segnale del via. Poi all'improvviso uno sparo e tutti scattano di corsa.

 

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Gli atleti al via fanno partire i cronometri

 
La preparazione e il riscaldamento

 

Avanti e indietro su un sentiero di terra battuta per almeno venti minuti. Il riscaldamento è fondamentale per gli atleti che devono correre una campestre. "Bisogna scaldare i muscoli e spezzare il fiato", dice Edoardo. In questa competizione il sarto gareggia nella categoria "Master maschili 65", che comprende atleti che hanno da 65 a 69 anni. Dopo venti minuti di corsa di riscaldamento si fa un po' di stretching. Si stirano i quadricipiti, si sciogono i tendini e le articolazioni delle caviglie. Ora il sarto-maratoneta è pronto per iniziare la gara.

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A metà del primo giro. Il gruppo si è già sgranato