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Ago, filo, gesso e ditale Il centimetro attorno al collo, un pezzo di gesso in una mano, una spilla nell’altra per fermare le pieghe della stoffa. La giacca a cui Edoardo sta lavorando è appesa a un manichino di legno appoggiato a una parete. Le dita vanno veloci su e giù sul vestito. Piegano la stoffa,
segnano la piega con il gesso e la fermano con una spilla. Il sarto si
allontana, dà uno sguardo al lavoro, prende l'ago e corregge una
piega.Con i piedi ruota rapido, Sul muro al suo fianco ci sono le bacheche dove sono stipati gli strumenti: aghi, spille e fili colorati. Dopo un'ora il lavoro è finito e il vestito è pronto per essere stirato. “Lavoro a questa giacca da ieri – dice Edoardo – per finirla ci vogliono più o meno 9 ore di lavoro”. Il sarto toglie la giacca dal manichino e la stende su un tavolo di ferro. Sul piano di legno è steso un lenzuolo di cotone sottile e pressato. E' un asse da stiro artigianale. Di fianco, un vecchio ferro scalda l'acqua per il vapore. “Anche se è malandato mi fido di questo arnese più di uno appena comprato”, dice Edoardo afferrando il ferro che inizia a sbuffare. “Non macchia e lascia una bella piega sulla stoffa”. Se l’imbastitura è corretta potrà portare la giacca dal datore di lavoro che la farà provare al cliente. Poi, quando sarà di nuovo nella sua sartoria, potrà terminare il vestito passando le cuciture provvisorie sotto la macchina da cucire. |
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