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Tutto cominciò quasi per caso I trofei nella sartoria non sono disposti con ordine. Alcuni sono su le mensole, altri sul tavolo da lavoro, altri sul banco della macchina da cucire. Su alcune coppe c'è della polvere, segno che non vengono presi in mano da molto tempo. "Ognuno di questi trofei mi ricorda qualcosa di bello - dice Edoardo". Si alza dal tavolo su cui è sistemata la macchina da cucire, dove
si "Quando ero ragazzo – dice – erano tempi in cui non si pensava tanto a praticare lo sport. Io non avevo mai corso una gara, ma fin da ragazzo quando dovevo consegnare i vestiti al sarto per il quale mio padre lavorava lo facevo a piedi, correndo". "Un giorno, nel 1976 - continua Edoardo - Francesco Scudieri, il mio principale di allora, mi disse: “Visto che corri ogni giorno per tutta la città, perché non ti iscrivi alla Roma-Ostia?”. E mi diede un biglietto in cui c'era il giorno della gara e l'orario della partenza. Pensai che poteva essere una buona idea. Mi presentai alla gara. Riuscii a terminare i 20 chilometri del percorso, senza essermi preparato né allenato. Mi divertii e decisi che avrei iniziato a gareggiare davvero". |
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| Tre coppe importanti | |||||||||||||||||||||||||||||||||
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