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E’
una mattina di dicembre, dalla finestra della piccola sartoria la luce
illumina gli strumenti sparsi sul tavolo da lavoro. Edoardo mette appunto
gli ultimi ritocchi. Piega la giacca con cura, apre una busta di plastica
e facendo attenzione alle pieghe la mette dentro.
Tutto è pronto, si può partire. Come tante altre volte,
da più di trent’anni a questa parte, il sarto-corridore si
prepara per consegnare una giacca al laboratorio
per cui lavora. Il viaggio come al solito sarà particolare. La
macchina resterà nel parcheggio sotto casa. Non prenderà
un motorino per dribblare il traffico della città, né una
bici per evitare le code ai semafori. Dalla periferia al centro Edoardo
arriverà a piedi, correndo. Per una consegna così speciale
ci vuole un abbigliamento adatto. Una maglietta bianca a maniche corte,
i pantaloncini, le scarpe da ginnastica e al polso un cronometro. "Consegnare
i vestiti a piedi – dice Edoardo – non è l’unico
modo in cui mi preparo alle gare. Certi giorni vado in pista, quando ho
tempo mi alleno con gli altri corridori della mia squadra. La consegna
dei vestiti però mi aiuta molto a trovare la forma giusta ed è
un’abitudine antica. In fondo è ciò che mi ha avvicinato
alle gare e mi ha fatto iniziare a correre". Un’ultima occhiata
alla sartoria, prende in mano la busta con la giacca, chiude la porta
e scende in strada.
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