Amsterdam,
dovè?
La capitale dei Paesi Bassi, situata nell’Olanda Settentrionale,
conta più di un milione di abitanti, più o meno
quanti ce ne sono a Napoli. La città sorge sulla foce del
fiume Amstel su un centinaio di isolette collegate tra
loro da una serie di ponti. Una struttura simile, insomma,
a quella di Venezia tanto da meritarsi l’appellativo di
“Venezia del Nord”. Dal toponimo di quello stesso
fiume e della prima diga – in olandese dam – costruita
per sbarrarne il corso, la città trae il suo nome.
Intreccio di canali e porti
Amsterdam non è uno scalo marittimo vero e proprio: da
125 anni la città è collegata al Mare del Nord attraverso
un canale che porta lo stesso nome. Altri canali collegano
il porto al mare attraverso la provincia del Nord Holland
o attraverso le dune nel punto più stretto del paese a
Valsen. Altrettanto importante il canale, che ha compiuto ormai
mezzo secolo, che collega Amsterdam al fiume Reno.
Di qui passano tutte le merci in direzione Anversa, Nord Germania
e Danimarca. In questa regione europea transitano ogni
anno 60 milioni di tonnellate di merci. Questo volume di
traffico fa piazzare il porto di Amsterdam al diciassettesimo
posto nella classifica mondiale.
La
chiusa più grande
La città, divenuta centro di traffici internazionali,
si è sviluppata a semicerchio lungo tre canali
concentrici: il canale dei Principi, quello dell’Imperatore
e quello dei Signori. L’assetto attuale con una rete di
canali a maglie più larghe e vie ampie e rettilinee risale
alla fine dell’Ottocento. La Chiusa settentrionale,
lunga oltre 400 metri, larga 50 e profonda
15, cominciò a lavorare nel 1930.
Anche i pannolini
A lungo si è pensato che le idrovie fossero adatte solo
al trasporto lento di merci non deperibili come carbone, minerali
grezzi, sabbia, ghiaia e prodotti petroliferi. Oggi invece sulle
acque olandesi grazie a battelli completamente chiusi navigano
anche talco, televisioni e pannolini pallettizzati.
In questa regione il trasporto fluviale è usato anche su
brevi distanze, 20 o 30 chilometri. Questo è possibile
grazie alla fitta rete di terminals nelle direttrici
acquatiche in cui le navi possono viaggiare quattro
o cinque volte al giorno. I battelli sono più piccoli
e veloci: se una normale chiatta ha una velocità media
di circa 6 chilometri all’ora, queste imbarcazioni trasportano
32 TEU di merci a 20 chilometri all’ora.
Sempre di più
L’aumento del traffico attraverso il Canale del Mare del
Nord, le sempre maggiori dimensioni delle navi e l’allungarsi
dei tempi d’attesa per accedere ai moli ha reso insufficiente
l’attività della chiusa settentrionale. L’esigenza
di una seconda chiusa – secondo l’autorità
portuale – sta diventando sempre più pressante. Secondo
la stessa istituzione, grazie anche alla costruzione di nuove
strutture, il trasporto idroviario sarà quasi raddoppiato
entro il 2010, arrivando a circa 100
milioni di tonnellate l’anno. Ora infatti il Reno
e le idrovie interne sono utilizzate solo per il 10%. Una mano
a questo sviluppo arriverà anche dal Ministero
dei Lavori Pubblici e dei Trasporti, deciso a spostare
il 20% dei carichi di merci dalle strade alle idrovie interne.
La viabilità olandese, infatti, è sempre più
intasata e le merci spesso rischiano di arrivare a destinazione
con troppo ritardo. |