Un'altra
strada commerciale nel già trafficatissimo Veneto.
Potrebbe essere questo il futuro dell'idrovia Padova - Venezia
che andrebbe così ad assolvere quello che era il suo compito
iniziale: liberare le altre strade dal via vai di camion e tir
commerciali. Ma, secondo un vecchio detto, più
strade si costruiscono, più aumenta il traffico.
L'idea è venuta al comune di Mira che fa
parte del complesso territoriale "Riviera del Brenta".
Una zona che comprende 10 comuni nella provincia di Venezia e
2 dell'area patavina: oltre 400 chilometri
quadrati con circa 140 mila abitanti.
Un'area strategica per la regione in cui deve passare il corridoio
metropolitano Venezia - Padova.
Sulla base di un decreto del ministro dei lavori
pubblici datato 8 ottobre 1998, questo comprensorio ha stabilito
un "Programma
di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio"
(PRUSST)
di cui il Comune di Mira è il promotore. L'ipotesi di partenza
è: rafforzare le strutture delle aree intermedie del Veneto
per migliorare le condizioni ambientali e insediative. Queste
le priorità tra i settori in cui si deve intervenire:
- valorizzare e salvaguardare il patrimonio
storico e ambientale che in quest'area comprende le
ville venete, il sistema lagunare e la centuriazione romana
- rafforzare le infrastrutture
con un occhio al futuro metropolitano e alle reti di connessione:
nella zona sono in progetto infatti il sistema ferroviario metropolitano
regionale (SFMR), la costruzione del Passante e una nuova statale
Romea commerciale
- sviluppare iniziative economiche e imprenditoriali
per rilanciare il settore turistico e la produzione calzaturiera
Questo piano di riqualificazione è articolato
in 6 progetti per un totale di un
centinaio di interventi. La riconversione dell'idrovia
rientra nel primo di questi progetti: l'obiettivo è creare
un nuovo asse plurimodale che colleghi direttamente
la zona industriale di Padova a quella di Marghera.
La
strada - di tipo extraurbano, a una corsia per
senso di marcia - dovrebbe essere costruita lungo l'argine del
vecchio canale artificiale, sfruttando i terreni espropriati in
passato dalla Regione. L'area però è una lunga pianura
con pochi alberi e tanti campi: tra gli interventi, allora, sono
state previste alcune opere di rimboschimento
per migliorare l'impatto e la qualità ambientale. (Clicca
qui o sull'immagine per vedere la mappa).
Il costo del progetto dovrebbe aggirarsi intorno
ai 35 milioni di euro, solo in piccola
parte finanziato dagli enti pubblici : un costo relativamente
basso perché si conta di sfruttare al massimo le infrastrutture
viarie già esistenti.
Sull'opportunità di costruire una nuova
strada lungo l'asse idroviario si è espresso favorevolmente
nel 2001 anche Oreste Pasinato, presidente provinciale della Confederazione
nazionale artigianato. "Si andrà finalmente
- ha detto - al superamneto del fantasioso progetto idroviario.
Anche se restano alcuni problemi: che uso fare di tutte le aree
in zona industriale che potrebbero essere svincolate? E che cosa
fare dell'asta idroviaria?". Ai posteri le ardue sentenze.
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