Come funziona il diritto d’asilo in Svezia
Pubblicato il 20/04/2014
In Svezia, nel 2012 sono state 43.945 le domande di asilo presentate dai migranti. E’ il terzo Stato in Ue con il più alto numero di rifugiati: attualmente sono 93.000.
Come funziona il sistema. Lo Swedish Migration Board, l’ufficio immigrazione svedese, è l’istituzione a cui spetta il compito dell’accoglienza. Una volta che il richiedente asilo presenta la domanda, l’unità di accoglienza (Reception Unit) gli fornisce informazioni pratiche sul suo soggiorno e lo mette a conoscenza dei suoi diritti. Viene garantita la presenza di un interprete e il richiedente può scegliere il sesso dei rappresentanti delle istituzioni che lo assisteranno. Può, inoltre, contattare in qualsiasi momento le organizzazioni non governative per chiedere consiglio e supporto.
Successivamente viene convocato per un’intervista conoscitiva, in cui deve spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a scappare dal proprio Paese di origine. L’attesa di una risposta da parte del Swedish Migration Board può durare fino ad un massimo di 6 mesi. In Italia anche due anni.
Nel caso in cui la domanda dovesse essere rifiutata, il richiedente può presentare ricorso alla Migration Court. E’ possibile un ulteriore grado di appello alla Migration High Court.
Durante l’attesa, ha diritto all’accoglienza in alloggi condivisi con altri migranti, simili ai nostri Sprar. Gli viene dato un assegno giornaliero che copra le spese per il cibo, i vestiti, l’igiene personale e tutto ciò di cui ha bisogno. Il denaro viene depositato su un conto e viene rilasciata una carta di credito. Il richiedente asilo ha quindi la libertà di spendere il denaro come desidera.
Una volta ottenuta la protezione, ai rifugiati viene garantita la residenza permanente. Il piano di integrazione prevede corsi di lingua, assistenza economica e aiuto nella ricerca di un impiego. Il programma dura in media due anni, ma il termine dell’accompagnamento viene valutato caso per caso. In Italia solo sei mesi.
Le cure emergenziali vengono garantite gratuitamente, come quelle ginecologiche, prenatali e dentali. Per tutte le altre visite a pagamento la spesa massima possibile è di 50 corone (circa 6 euro). Ma non solo. Se il rifugiato dovesse trovare lavoro in una città dove non vi sono alloggi predisposti all’accoglienza, il Migration Board concede un supporto economico per trovare casa.
Esiste anche un ufficio, lo Swedish Public Employment, incaricato di aiutare il rifugiato a trovare un lavoro. Si può chiedere la cittadinanza svedese dopo 4 anni di residenza. La Svezia si dimostra così uno dei Paesi europei con i migliori percorsi di integrazione per rifugiati e migranti.
COME FUNZIONA L’ACCOGLIENZA IN EUROPA
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