IL PROGETTO
Il completamento dei lavori per la realizzazione della diga di Monte Nieddu prevede uno sbarramento principale di 87 metri, di cui 70 fuori da terra, lungo 340 e largo 67 con una capacità di invaso massima di 35,4 milioni di metri cubi. Inoltre è prevista una traversa di circa 15 metri di altezza sul rio is Canargius con la creazione di un altro piccolo bacino da 8 milioni di metri cubi potenziali. I due invasi saranno collegati da una galleria lunga 1.100 metri, già realizzata tra il 1998 e il 2001.
Nel video: la diga come da progetto (video messo a disposizione dal Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale)
Lo sbarramento sarà “a gravità”, cioè una traversa di calcestruzzo rullato a sezione triangolare. L’aspetto più innovativo (e lo era soprattutto per il periodo in cui fu firmato il progetto) è proprio l’utilizzo della tecnica del “calcestruzzo rullato”, molto vantaggiosa sia economicamente sia per quanto riguarda i tempi di realizzazione, anche se proprio la penuria di ceneri di carbone, necessarie nella miscela di questo particolare materiale, ha causato lo stop dei lavori.
Alcune modifiche sono state apportate al progetto per contenere i costi e – a detta del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale – per ridurne l’impatto ambientale. La principale di queste è che la strada, in parte già realizzata, non circumnavigherà l’invaso, ma costeggerà solo il lato sinistro, quello che si raggiunge dall’ingresso del cantiere.
Secondo i calcoli originali i 35,4 milioni di metri cubi saranno così ripartiti: 21,5 andranno all’agricoltura che copre un territorio di 3726 ettari, mentre i restanti 9,66 saranno destinati ai 160.000 residenti della zona.
I COSTI
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti stima in circa 84 milioni di euro il costo per il completamento dell’opera. Di questi, 54 vengono dal finanziamento Cipe del 2004, mentre i 30 mancanti sono fondi regionali già stanziati.
I TEMPI
Sempre secondo i dati del ministero, la data di inizio dei lavori, che sarebbero dovuti terminare entro marzo 2016, era prevista per gennaio 2013. Come ha spiegato il Direttore generale del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale Roberto Meloni le procedure di analisi delle candidature e il ricorso al Tar avanzato dalla Tecnis Spa, in quanto esclusa dalla selezione (superato positivamente dal Consorzio), hanno fatto slittare l’apertura del cantiere. Secondo Meloni le ruspe torneranno attive il prossimo autunno.