BRUXELLES – L’appalto indetto dal Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale è stato oggetto di attenzione nel 2012 di Bruxelles. Il 13 marzo 2012 infatti, l’attuale eurodeputato dell’Italia dei valori Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea, ricevendo in parte delle conferme.
“Il progetto per la costruzione di questa diga – scrisse Zanoni – non prevede le necessarie reti di adduzione, né la procedura di valutazione di incidenza, né la procedura di valutazione di impatto ambientale, né la procedura di valutazione ambientale strategica. Inoltre non contempla alcuna misura volta al risparmio idrico e al riutilizzo delle acque depurate. Quali concrete iniziative intende intraprendere la Commissione nei confronti delle competenti autorità locali che hanno autorizzato questo progetto in palese violazione delle direttive 92/43/Cee, 2011/92/Ue e 2001/42/Ce? Ritiene la Commissione questo progetto in linea con le proprie raccomandazioni in materia di risparmio idrico?”
La risposta del Commissario all’Ambiente Janez Potocnik non tardò ad arrivare. “La Commissione sta valutando una denuncia in merito, che riguarda tra l’altro l’applicazione delle direttive 2011/92/Ce, 92/43/Cee e 2011/42/Ce. Per quanto concerne l’uso delle risorse idriche in Sardegna la Commissione ha pubblicato una comunicazione sul problema della siccità nel quale propone una gerarchizzazione delle scelte idriche che favorisca il risparmio d’acqua piuttosto che l’utilizzo di nuove sorgenti, ma la legislazione europea non prevede alcun obbligo giuridico di applicazione di questa gerarchizzazione”.
Dopo questa bacchettata della Commissione europea, Bruxelles non ha fatto sapere più nulla, ma non è detto che non se ne possa occupare più avanti.