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La convivenza con l'Islam tra insofferenza e integrazione
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"Diventeremo la
maggioranza" Le prospettive dell'Islam secondo Hamza
Roberto Piccardo, segretario generale dell'Ucooi
"Vuole sapere qual è la mia
previsione per il futuro? In Italia diventeremo la
maggioranza: il tasso di natalità tra i musulmani è di
3,8 figli per donna, la media italiana è di 1,2 tenendo
conto anche dei nostri bambini. Basta fare un giro
alluscita di una scuola materna o elementare per
rendersi conto di quanto il nostro Paese stia diventando
multirazziale. Il 65% dellimmigrazione è
rappresentata da musulmani".
E' il parere di Hamza
Roberto Piccardo, uno dei fondatori dell'Ucoii, l'Unione
delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, di
cui è attualmente segretario generale. Originario di
Imperia, è convertito all'Islam da venti. Sposato con
una donna di Marrakesh, ha quattro figli, tutti
musulmani. Possiede la casa editrice Al Hikma
("la Saggezza"), che traduce e pubblica testi
storici islamici in italiano, tra cui la prima edizione
del Corano per i musulmani di lingua italiana".
Signor Piccardo, come e
quando si è convertito all'Islam?
"Tutto è cominciato
con la fine del servizio militare, nel 1974. La naja è
stato un periodo di grande tensione per me, che
partecipavo ai movimenti studenteschi e avevo un po' il
carettere del contestatore. Alla fine di quell'anno avevo
voglia di solitudine, così sono partito per l'Africa e
ho attraversato il deserto del Sahara. Sono stato molto
colpito dal rapporto che la gente aveva con Dio, una
relazione stretta, che da noi non avevo mai conosciuto.
Non è stato facile accettare la Sharia (la
Legge), sono passati 9 anni perchè riuscissi a farlo.
Nel 1984 ho cominciato a pregare, circa cinque anni prima
avevo iniziato a fare il digiuno. Allora erano pochi i
musulmani in Italia".
A che punto sono i
lavori per l'intesa con lo Stato italiano che richiedete
da tempo?
"Come Ucoii abbiamo
presentato una bozza d'intesa nel 1990 e nel 1992: siamo
in attesa di una risposta ufficiale. L'anno scorso la
sezione italiana della Lega islamica mondiale e il Centro
culturale islamico presso la Moschea di Roma hanno
promosso la creazione di un Consiglio islamico
dItalia che avrebbe dovuto negoziare lintesa
e di cui sono stato nominato segretario generale. Ma la
cooperazione non è andata avanti: la Lega e il centro
culturale si sono rifiutati di ratificare laccordo.
Lattività del Consiglio non è mai
cominciata".
Questo significa che
manca una rappresentanza unitaria dei musulmani?
"Anche la
rappresentanza dei cristiani non è unitaria. Oltre alla
Chiesa cattolica, altre confessioni cristiane hanno
trattato con lo Stato italiano: evangelisti, luterani,
metodisti. Bisogna separare la politica dell'immigrazione
da quella che riguarda i diritti dei cittadini e la sfera
religiosa. Lintesa è un diritto che noi
rivendichiamo come cittadini italiani, in base
allarticolo 8 della Costituzione".
Nella bozza di intesa
che l'Ucoii ha presentato nel '90 si chiede, tra le altre
cose, il riconoscimento dei matrimoni celebrati secondo
il rito islamico. Ma come ci si dovrà comportare in casi
di poligamia, vietata dalla legge italiana ma presente in
vari paesi islamici?
"La legge coranica
stabilisce che lo sposo non possa avere più di quattro
mogli, ma tra i musulmani che conosco non sono tanti
quelli che hanno la seconda, e averne una terza è già
raro. Oltre a chiedere che siano riconosciuti gli effetti
civili ai matrimoni celebrati in Italia secondo il rito
islamico, appena ne avremo la forza faremo unaltra
richiesta: consentire il ricongiungimento familiare non
solo per una moglie, come accade oggi, ma anche per le
altre. Un'eventuale seconda moglie ha diritto di essere
tutelata quanto la prima. Ci sono marocchini che, per
aggirare le leggi italiane, fanno il ricongiungimento con
la prima moglie, poi si presentano in questura con un
certificato di divorzio e chiedono il ricongiungimento
con la seconda, che presentano come la nuova sposa".
Lintesa a cui
pensate è paragonalbile al concordato tra lo Stato e la
Chiesa cattolica?
"Ci sono alcune
differenze: la prima è che noi musulmani non ci poniamo
come uno Stato. Sarà il Parlamento italiano a fare una
legge motu proprio per approvare il testo
dellintesa che noi presentiamo. E poi, secondo la
proposta dellUcoii, noi non dovremmo ottenere
l8 per mille dei contributi. Questo è un fatto che
non mi dispiace, perchè la possibilità di avere quei
soldi ha risvegliato tanta gente che ha poco interesse
per la religione: se questo deve diventare causa di fitna,
contrasto interno e sedizione, è meglio rinunciare.
Piuttosto, chiediamo la deducibilità dal reddito
imponibile dei contributi che i fedeli versano alle
Comunità islamiche. LUcoii, come Onlus, ha già
questo diritto".
A Milano è in corso un
processo contro i membri di un ambulatorio clandestino
per le circoncisioni sorto presso la moschea di Segrate.
Alla Camera sono state presentate tre proposte di legge
per punire chi pratica linfibulazione femminile,
una delle quali prevede pene da sei a dieci anni. Qual è
la posizione dellUcoii su queste usanze?
"La legge islamica non
ammette nessuna forma di infibulazione: ogni modifica
della creazione è un peccato per la nostra religione.
Questo fenomeno è retaggio di usanze tribali diffuse in
tutta lAfrica sahariana e subsahariana, per lo più
tra popolazioni nomadi e seminomadi. Ma riguarda anche
popolazioni cristiane e animiste delle stesse regioni: ha
origine nella volontà di preservare dalla violenza
carnale le donne che accudivano il bestiame. Cè
solo una particolare scuola giuridica dellIslam,
quella shafaita, che prevede laccorciamento
delle grandi labbra femminili quando queste siano troppo
lunghe, per evitare irritazioni in condizioni climatiche
particolari. La dottrina islamica prevede invece la
circoncisione dei maschi in tenera età, come è
prescritta agli ebrei, che la praticano regolarmente
senza che nessuno si scandalizzi. In America si fa per
motivi igienici nella profilassi post-parto e neonatale,
ed è accettata da tutti. Anzi, alcuni studi dimostrano
che lincidenza di tumori al collo dellutero
è inferiore nei Paesi dove i maschi sono circoncisi.
Dovremo piuttosto definire un accordo con il ministero
della Sanità per far sì che la circoncisione dei
bambini sia praticata nelle strutture sanitarie con
metodi corretti".
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