Un paradiso come prigione
Home>I detenuti raccontano>Alì
 
Viaggio nella fattoria
I detenuti raccontano...
 
Alì
 
 
Altre facce,
altre storie
Galleria fotografica
Guarda il video della fattoria
L'isola
 
 
 
Dossier multimediale
realizzato da

Cristina Colli
 

L'uomo delle mucche, in cerca di pace

Clicca sulla foto per ascoltare Gabriel
Per scaricare Real Player cliccare a fianco

Alì (il nome è di fantasia) ha una stretta di mano forte e decisa, ma i suoi occhi sorridono e sfuggono mentre si racconta. Alì è algerino e ha 48 anni. E' un omone alto e robusto. A Gorgona si occupa delle mucche e lavora sempre, non dorme mai più di tre quattro ore per notte. E' in maniche corte anche nei giorni freddi e infatti indicando il camino ricavato all'interno della stalla spiega con voce sicura che a lui il fuoco non serve: "non mi piace - dice - io ho sempre caldo". Alì è in Italia da circa dieci anni e da otto non vede la moglie e i figli che vivono in Algeria. "Una cittadina - precisa - poco lontano dal mare, a quattrocento chilometri da Algeri".

Era molto impegnato anche il giorno in cui ha raccontato la sua storia: aveva dormito poco la notte precedente perché aveva aiutato una mucca a partorire. "E' stato faticoso - racconta - perché non spingeva". E mentre fa da guida per la stalla, mostra soddisfatto il neonato, spingendolo ad alzarsi sulle zampe al più presto. Anche il vitellino non deve perdere tempo…

Quando è arrivato a Gorgona?
Sono qui da circa un anno e mezzo. Ho fatto richiesta per Gorgona, prima ero in un altro carcere. Venire qui è difficile, devi essere bravo. Dal fascicolo hanno visto che il mio comportamento era stato sempre buono. Ho girato per cinque o sei prigioni e il mio comportamento è sempre stato buono. Io non ho mai avuto problemi con nessuno, ho fatto la mia galera e basta. Da solo. Sto sempre da solo.

Ma qui vive a contatto con altre persone…
Sì, li saluto, buongiorno e buonasera, ma sto sempre solo, cerco solo la pace.

Come è la sua giornata?
Lavoro tutto il giorno, sono occupato sempre. Mi alzo alle 4 meno dieci del mattino e comincio a mungere. Poi devo pulire le stalle e bisogna fare mangiare le bestie, a volte ci sono le mucche malate, e, insomma, sono sempre impegnato con loro. Anche la notte devo uscire per controllare gli animali, che tutto vada bene. Una è malata, una deve prendere la medicina, un'altra partorisce, lavoro quasi 24 ore su 24 insomma.

Quindi è dura…
Sì, ma mi piace molto lavorare con gli animali, era uno dei miei mestieri anche fuori. E Gorgona inoltre è un bel posto. Ogni tanto, in primavera, porto le mucche in giro a pascolare, è una bella cosa per me passeggiare e anche per loro, camminare fa bene al sangue.

E alla fine cosa succede alle mucche?
Le curo e poi le mando al macello. Ma io non mangio carne, per niente, sono vegetariano.

Vive in Sezione o è "sconsegnato"?
Sono "sconsegnato", devo essere sempre vicino alle mucche. Vivo proprio qui accanto alle stalle. Ho una stanza, il bagno, la cucina, ho tutto insomma. E mangio qui, cucino da solo. Sono bravo, ho il diploma alberghiero, da cuoco. L'ho preso dentro il carcere. Ho sempre cercato di impegnare il tempo in galera. Ho fatto tutti i corsi che c'erano e tutto quello che si poteva fare. Ho preso anche la licenza di scuola media. Non ha mai avuto un momento libero… Ho sempre cercato qualcosa (sorride) per passare il tempo.

Come sta a Gorgona?
Qui è un paradiso, si sta bene. Non siamo chiusi, lavoriamo sempre. Mi diverto, posso andare di qua e di là e sono tutti bravi perché stanno bene con noi. Quello che cercano sono solo persone precise … e poi basta che lavorino. E io qui lavoro sempre.

E' diverso dalle altre prigioni in cui ha vissuto?
Ho girato vari carceri e ho trovato che in questo si sta proprio bene, ma speriamo sia l'ultimo. Quello che mi manca lo finisco qui: manca poco, esco nel 2004.

 

(torna all'inizio)

(Torna alla Home)

 

 

Pubblicazione: maggio 2002