Alla
conquista dell'universo maschile
Gli
shonen manga rappresentano la mag-gioranza dei fumetti giapponesi, anche
se con l'andare del tempo l'incremento di man-ga destinati a ragazze
(shojo) porterà a una situazione di sostanziale equilibrio. La
carat-teristica degli shonen manga è presto detta: presenta storie
mediamente più violente di quelli shojo, dove l'azione la fa
da padrone sui sentimentalismi.
Non
si deve però credere che tutti gli shonen siano d'azione e che
tutti gli shojo siano delle "love comedy" privi di azione
e agonismo. Come si potrà vedere, tra gli shojo hanno avuto formidabile
successo gli shojo sportivi, nei quali l'ideale di vincere a ogni costo
non ha niente di diverso da uno shonen quale Holly e Benji.
Benchè
oggi esistano shonen manga che trattano degli argomenti più disparati,
al punto che non è possibile neanche preparare una scheda riassuntiva
dei vari generi, tutto ebbe origine con le storie argonautiche, ossia
dei grandi robot chiamati a salvare la Terra da qualche invasione aliena.
Perfino
all'interno di questo filone, sarebbe veramente pretenzioso pensare
di offrire una panoramica completa delle varie serie di argonauti. Preferisco
allora concentrarmi qui su quattro personaggi che hanno fatto la storia
degli shonen anime: i due Mazinga, Goldrake,(questi tre tutti usciti
dalla magica penna di Go Nagai) e Jeeg Robot d'acciaio.
I
due Mazinga: quando il nemico non viene dallo spazio
Mazinga
Z e il Grande Mazinga sono il pri-mo e il secondo segmento della saga
roboti-ca di Go Nagai che termina con Goldrake. Mazinga
non è il remake di Mazinga Z: le due serie sono autonome anche
se in più d'una occasione i due robot si trovano a combattere
fianco a fianco contro i cattivi di turno.
In
un giorno feriale come tanti, un giappo-nese di nome Kiyhioshiy, in
arte Go Nagai, rimane imbottigliato nel traffico e inizia a fantasticare
che dalla propria macchina escano braccia e gambe robotiche, grandi
abbastanza da permettergli di scavalcare le altre automobili. Che ci
crediate o no, è questa la genesi di Mazinga Z,
il primo robot antropomorfo nella storia dell'animazione giapponese
a godere di un grande successo.
A
differenza dei suoi predecessori, questo anime presenta un pilota che
prende parte personalmente alla battaglia, facendoci condividere la
storia in modo più partecipe. Inoltre, per la prima volta i personaggi
cominciano ad avere uno spessore psicologico che si approfondisce nel
Grande Mazinga e culmina nella saga di Goldrake. Sia Koji, sia Sayaka
e gli altri coprotagonisti non vincono solo le battaglie ma soprattutto
le loro paure; superano difficoltà, maturano nel proprio carattere
e a poco a poco crescono, proprio come accade nella realtà.
Qui
in Italia le innovazioni portate da questi anime non sono state apprezzate
appieno, a causa del disordine temporale con cui le tre serie di Go
Nagai sono state trasmesse. Della trilogia Mazinga Z, Grande Mazinga
e Goldrake, Mazinga Z è giunto per ultimo, presentandosi come
una serie indipendente dalle altre e per giunta incompleta, poiché
vennero trascurati i legami con le altre due serie e gli episodi vennero
interrotti al 52° su 92.
Mazinga
Z: contro il neonazista Dottor Hell
La
trama dei due Mazinga ha diversi pa-rallelismi. In
Mazinga Z, durante studi ar-cheologici sull'Isola di Rodi, un'equipe
di scienziati scopre che lantica civiltà cretese disponeva
di una tecnologia molto avanzata, essendosi dotata di giganteschi robot
giunti fino ai giorni nostri in perfetto stato di con-servazione.
Lo scienziato tedesco Dottor Inferno (Hell) decide di impossessarsene
per conquistare il mondo: uccide gli altri colleghi della spedizione
per scongiurare qualsiasi ostacolo alle sue ambizioni, ma il giapponese
Juzo Kabuto riesce a scappare. Ritenuto Kabuto disperso e, comunque,
momentaneamente non di intralcio, Hell inizia a ripristinare i "mostri
meccanici".
Lanziano Professor Kabuto, rientrato in Giappone, decide di costruire
in gran segreto un potente robot, capace di salvare il mondo dalla voglia
di potere del Dottor Hell. Dopo qualche anno, Hell inizia il suo tentativo
di conquista del mondo, e per prima cosa decide di eliminare il vecchio
collega con l'ausilio delle
"maschere di ferro", capeggiate dal suo luogotenente, il Barone
Ashura.
I
nipoti del professor Kabuto, Koji e Shiro, trovano lanziano scienziato
ormai agonizzante nel suo laboratorio segreto. Prima di spirare, Juzo
consegna a Koji il robot gigante da lui costruito in "super lega
zeta" ed alimentato ad energia fotoatomica: Mazinga Z (Ma-Jin-Ga,
ossia Demone-Dio-Pilota: Mazinga può fare del bene o del male
a seconda di chi lo piloti).
Partono così le avventure di Koji Kabuto alla guida di Mazinga
Z, l'ultimo baluardo dell'umanità contro le brame di potere di
un folle.
Il
grande Mazinga: un inno all'integrazione
In
questo anime, l'aspetto più significati-vo è la difficoltà
d'integrazione da parte di Tetsuya e di Jun, la sua compagna, in una
società assai diffidente verso chi esula dai canoni imposti dalla
tradizione. Per questo si è detto che la saga del Grande Mazinga
ab-bia aiutato un'intera generazione a riflettere sul proprio atteggiamento
verso gli altri nella vita di ogni giorno.
Anche
la
trama di Mazinga ha a che fare con il risorgere di un'antica civiltà
malvagia relegata per millenni nelle viscere della Terra: i Mikenes.
Li guida il Generale Nero (Generale delle Tenebre), che risponde solo
agli ordini dell'Imperatore delle Tenebre, uno spirito demoniaco. Durante
il primo attacco al mondo intero, i terribili Mostri Guerrieri delle
sue sette armate conquistano le città di Londra, Parigi, Mosca
e New York.
Solo
l'intervento di Mazinga Z, pilotato da Koji, riesce a impedire che anche
Tokyo cada in mano al Generale Nero. Tuttavia i nuovi mostri guerrieri
di Mikenes sono molto più temibili di quelli che Mazinga Zaffrontava
nella prima serie, essendo l'unione di un sistema nervoso organico con
un corpo meccanico. Durante un secondo attacco sferrato contro il Giappone,
Mazinga Z, non ancora riparato, avrà la peggio rischiando la
distruzione.
Ma
in suo soccorso arriva una nuova copia di Mazinga, costruito dal padre
di Koji con una nuova lega metallica, e, soprattutto, pilotato da un
giovane (Tetsuya) appositamente addestrato al combattimento: lumanità
è momentaneamente salva e, da ora in avanti, sarà difesa
dal Grande Mazinga.
Tetsuya sarà affiancato nella lotta dalla bella Jun Hono, pilota
del robot di sembianze femminili Venus Alfa, e dalla vecchia conoscenza
Boss. La guerra si articola in due fasi principali. Inizialmente Tetsuya
combatte e sconfigge le armate comandate dal Generale Nero. Come successore,
lImperatore delle Tenebre nominerà il Gran Maresciallo
delle Tenebre che si rivelerà essere il vecchio Dott. Hell, rinato
anchegli come cyborg grazie alla tecnologia dei Mikenes.
La
battaglia si farà sempre più dura, sino al combattimento
finale: dallAmerica saranno costretti a rientrare Koji e Sayaka
per dare una mano alla Fortezza delle Scienze in difficoltà.
Durante questo scontro morirà il Dottor Kenzo Kabuto, sacrificatosi
per salvare Tetsuya dalla morte. Il redivivo e potenziato Mazinga Z
renderà il favore di un anno prima a Tetsuya, aiutandolo nellattacco
finale contro la fortezza di Micene che esploderà, uccidendo
tutte le forze nemiche, sotto il fuoco dei due Mazinga, di Dianan A
e di Venus Alfa. Il Grande Mazinga e Mazinga Z finiranno al Museo dei
Robot come simboli di pace.
Goldrake,
una leggenda dalle lame rotanti
In
un'ideale manuale di storia dei cartoni animati giapponesi, Goldrake
conquisterebbe facilmente la copertina. Atlas Ufo Robot Goldrake (Ufo
Robot Grendizer), trasmesso per la prima volta in Italia il 3 Aprile
1978 su Rai 2, non fu solo il capostipite del filone più di successo
degli anime, che impressionò la fantasia di milioni di giovani
spettatori in tutto il mondo, ma contribuì a cambiare il modo
in cui i ragazzi di allora erano abituati a considerare la guerra e
le situazioni di conflitto in generale.
Uno
dei temi maggiormente presenti in Goldrake, è proprio quello
di mettere la violenza e la guerra nella loro giusta ottica di non-valore,
perfino quando sono indispensabili per difendersi da una minaccia aliena
e conservare la vita sulla Terra. Un anime di guerra ma non guerrafondaio,
dunque, alla stregua di quello che film come "Nato il 4 luglio",
"Full Metal Jacket" e "Salvate il soldato Ryan"
sono stati in anni a noi più vicini.
In
Goldrake emergono poi per la prima volta dei forti riferimenti ecologici,
con un insegnamento di rispetto della vita in tutte le sue forme, sia
umane che animali e vegetali. Importante è anche il concetto
di gruppo come fonte di aiuto e collaborazione reciproca finalizzata
al raggiungimento di obiettivi precisi.
Contro
le armate di Vega
La
serie televisiva di Ufo Robot parte dalla lotta di Goldrake in difesa
della Terra contro l'invasione delle truppe di Vega. La trama completa
presenta un lungo antefatto, nel quale Actarus, il pilota di Goldrake,
si chiama Duke Fleed ed è il principe ereditario del pia-neta
Fleed. Il suo pianeta è il primo a essere conquistato dal re
di Vega, che impone una società militare tutta dedita alla costruzione
di armi da guerra spaziali.
Poco
tempo dopo l'invasione di Vega, l'intera civiltà di Fleed viene
spazzata via dai nuovi occupanti e il pianeta distrutto; lunico
a sopravvivere allo sterminio è proprio Duke Fleed, a bordo di
Goldrake (Grendizer), un potente robot che rappresentava la sola e più
potente arma del pianeta. Dopo un interminabile viaggio nello spazio,
Duke Fleed precipita sulla Terra, dove viene salvato dal Dottor Procton
(Genzo Umon), che riesce anche a far nascondere Goldrake in una caverna
presso l'Istituto di Ricerche Spaziali che dirige.
Quando
Duke Fleed gli raccontala sua storia, Procton decide di adottarlo dandogli
appunto il nome terrestre di Actarus (Daisuke). Purtroppo il malvagio
Re Vega riesce a rintracciarlo e, deciso a distruggere Goldrake e a
invadere la Terra, installa una base sulla faccia oscura della Luna,
guidata dal Comandante Gandal e dal suo braccio destro Hydargos.
Da
qui cominciano le avventure della serie televisiva. Actarus non sarà
solo nella lotta: incontra Alcor (Koji Kabuto), già pilota di
Mazinga Z, che nella prima serie guida un disco volante da lui costruito,
ma inadeguato al combattimento. Nella seconda serie (dal 49° episodio)
Alcor piloterà il più potente modulo Goldrake 2 (Double
Spacer); in questa serie si affiancheranno nella lotta anche il Delfino
Spaziale (Marine Spacer), guidato da Venusia (Hikaru Makiba), figlia
di Rigel Makiba, e la Trivella Spaziale (Drill Spacer), pilotata da
Maria (Maria Grace Fleed), la sorella di Actarus ritenuta morta; questi
velivoli estendono la capacità di combattimento di Goldrake nel
sottosuolo e in acqua.
Tra
le mitiche armi a disposizione di Goldrake ricordiamo le lame rotanti,
i missili perforanti, i magli perforanti, il raggio antigravità,
i disintegratori paralleli, il tuono spaziale, il doppio boomerang,
e lalabarda spaziale. Actarus ha come Superman un punto debole:
una ferita sul braccio procuratasi durante i bombardamenti del suo pianeta,
che si riapre quando è esposta a radiazioni di Vegatron. Il finale
è affrettato e deludente: dopo la distruzione definitiva delle
truppe di Vega, Actarus e Maria, giunti a conoscenza che la vita su
Fleed aveva dato segnali di ripresa, decidono in un attimo di tornarsene
nel loro pianeta.
Jeeg
Robot d'Acciaio: il trionfo della biotecnologia
Un'
altra serie indimenticabile nel panora-ma degli anime giapponesi è
Jeeg robot d'acciaio, (Kotetsu Jeeg). Il cartone, tra-smesso
in Giappone tra il 1975 e il 1976 e in Italia tra il 1978 e il 1981,
fonde insieme il tema della tecnologia a quello della vita quotidiana.
Il pilota, Hiroshi Shiba, non siede in una cabina di pilotaggio com'era
avvenuto in Goldrake e Mazinga ma, attraverso un'elaborata e spettacolare
metamorfosi, si trasforma nella testa del robot, al quale vengono aggiunti
i componenti lanciati da Miwa. Hiroshi non riesce a vivere questo suo
superpotere in modo sereno, e all'eccesso di responsabilità unisce
la malinconia di sentirsi diverso rispetto ai suoi coetanei.
I
problemi etici connessi all'invadenza delle macchine nella vita di Hiroshi
toccano tutti i personaggi, la cui psicologia viene ben delineata.
La
storia di Jeeg Robot d'Acciaio nasce da una scoperta archeologica del
Professor Shiba. Lo scienziato rinviene una piccola e antica campana
di bronzo, le cui iscrizioni rivelano la prossima resurrezione del terribile
popolo Yamatai, una civiltà scomparsa, comandato dalla Regina
Himica. Non essendo creduto dai suoi colleghi scienziati nè dai
capi politici, Shiba decide di sottoporre suo figlio Hiroshi, neonato,
a una delicatissima operazione per inserire nel suo petto la campana
rinvenuta. In questo modo gli conferisce il potere di trasformarsi in
Jeeg, il robot d'acciaio.
Una ventina d'anni dopo, il professore rivela un'attività ipermagnetica
nel sottosuolo: il popolo Yamatai si era risvegliato dal lungo sonno.
Shiba si precipita a casa per rivelare al figlio l'esistenza di Jeeg,
ma viene fermato da Ikima, un luogotenente della Regina Himica, che
vuole indietro la Campana di bronzo, nelle cui iscrizioni è custodito
il segreto che renderebbe invincibile il Regno Yamatay. Shiba si rifiuta
di consegnare la campana e viene ucciso. La sua anima rivivrà
in un cervellone elettronico installato presso il Centro Antiatomico
e guiderà Hiroshi nelle future battaglie contro i mostri "Haniwa".
La guerra vede combattere Jeeg prima contro la Regina Himica e poi contro
il suo ben più temibile assassino e successore, l'Imperatore
delle Tenebre, fino alla vittoria finale in un'epica battaglia.