L'hanno visto davvero in pochi. Accedervi - anche per i giornalisti - è difficilissimo, se non si è già di casa. Il centro sportivo Fulvio Bernardini conta cinque campi da calcio, un ruscello e copre 20 ettari di terreno.
Trigoria fu acquistata da Gaetano Anzalone nel 1979, ma Dino Viola - il presidente dello scudetto dell'84 - la curò fin nei minimi particolari. Lasciata la vecchia e costosa sede del Circo Massimo (non senza scetticismi iniziali, legati soprattutto alla lontananza dal centro della città), Trigoria è diventata a tutti gli effetti La Mecca capitolina: esagerando, non esiste romanista che, almeno una volta in vita sua, non abbia trascorso mezza giornata davanti ai cancelli sbarrati del centro.
Ecco cosa nasconde:

Il piazzale Dino Viola - Intitolato a uno dei presidenti più amati grazie alle firme raccolte dal gruppo XXI Aprile 753 a.C. e dal Corriere dello sport-Stadio.
La palazzina centrale - Tre piani, 26 stanze. Al piano terra ci sono gli uffici del settore giovanile e la biglietteria; al secondo, la sala del consiglio con tutti i trofei conquistati; all'ultimo, la stanza del presidente e la segreteria.
L'edificio dei giocatori - Comprende: il centro medico con i locali della fisioterapia, quelli per la riabilitazione e la palestra, la sauna e il bagno turco; gli spogliatoi dell'allenatore, della squadra e il magazzino. Al primo piano ci sono le 18 stanze dei giocatori: tutte doppie con bagno, televisore, aria condizionata, telefono e balcone.
Ristorante e bar - Al primo piano, si affacciano sulla piscina.
Il pensionato per i ragazzi delle giovanili - Sette stanze doppie e una sala studio.
I campi da gioco - In tutto sono 5. Una zona è chiamata campo Testaccio, con due campi di allenamento più uno spazio dove si allenano i portieri del settore giovanile; poi c'è il campo centrale dove si allenala Primavera e la lavanderia.