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I tifosi davanti ai cancelli di Trigoria
   
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il guardiano dei cancelli di Trigoria racconta i suoi giorni di ordinaria follia
Valerio tiene a bada le "lupacchiotte"
a caccia fuori dal terreno di gioco

 

Quindici passi e un cancello nel mezzo fanno la differenza. Valerio, 20 anni, è un ragazzo come tanti, un tifoso come tanti. Di quelli che si incontrano a frotte fuori dai cancelli di Trigoria, che gironzolano sul piazzale o si arrampicano sui muri di cinta a sbirciare gli allenamenti della squadra. Ma lui, da un anno e mezzo, lavora dentro Trigoria. Sta alla portineria.

Pagato da collaboratore, è sentinella, body guard e confessore. A lui l'arduo compito di scortare le auto dei giocatori che si fanno largo tra la folla; a lui l'oneroso incarico di consegnare un pensierino al campione; a lui l'imbarazzante incombenza di trovare le risposte alle domande delle ammiratrici.

Valerio ascolta le richieste di una fan


Girano parecchie ragazze da queste parti. Che ci fanno?

Aspettano i giocatori, cos'altro? Di sicuro fanno sega a scuola perché vengono sempre con lo zaino. Arrivano a gruppetti di tre o quattro e se ne stanno qui fino a quando non escono i giocatori dall'allenamento. Poi chiedono autografi, foto, urlano, fanno le pazze…
Che tipe sono?
Mah, hanno in media quindici, sedici anni. Sono ragazze normalissime, che vestono in jeans e giubbetto. Qualcuna è un po' più tirata, ma generalmente non si vede niente di particolarmente appariscente. Adesso, ad esempio, indossano tutte pantaloni scoloriti e strappati come va di moda.
Piccole, dunque.

La maggior parte sì. Poi ci sono quelle più grandi, ma loro non fanno casciara. Stanno da un parte e guardano.
Puntano, cioè.
Sì, ma i giocatori non se ne accorgono proprio. Escono e se ne vanno, ma loro so de coccio.
Vengono per il giocatore o per la squadra?
Macché squadra, per il giocatore. Qua, una volta usciti Totti e Batistuta, il 90 % della gente se ne va. Restano giusto i bambini.
Portano dei regali?
Si, ma i giocatori li buttano dentro la macchina, senza perderci troppo tempo. Li ricevono soprattutto i più gettonati: Totti, Montella, Batistuta. A settembre, per il compleanno di Totti, è venuta un sacco di gente a portagli qualcosa. Alcuni li ho presi io, altri glieli hanno consegnati di persona.
In percentuale, quante donne e quanti uomini vengono a Trigoria?
Settanta percento donne, 30% uomini. Tutte innamorate di qualcuno. Si, tutte.
Cosa vogliono sapere da lei?
Se il loro giocatore preferito è già entrato, se è uscito, dove si trova in quel momento, dove ha parcheggiato, da dove esce, come era vestito. E poi "è vero che si è fidanzato con quella?", "è vero quello che si dice in giro?". Loro credono che stando qui, sappiamo tutto di tutti. Ma poi, a me che me frega?
La curiosità è femmina.
Altroché!
Se ne ricorda qualcuna che l'ha colpita per un qualche motivo?
L'anno scorso, ad esempio, ce n'era una che stava tutti i giorni qua. Mattina, sera, pomeriggio; pioveva, diluviava, lei stava sempre fuori dal cancello. Avrà avuto 16 anni e, ormai, la conoscevano tutti, anche i giocatori. Quando, usciti dagli spogliatoi, si accorgevano di lei sospiravano: "Ma che ci sta quella? Oddio…". Stava sempre qui, tutti i giorni. Anche se la squadra non si allenava, lei veniva lo stesso. Stava piazzata lì, e niente e nessuno la spostava. Non solo, andava anche allo stadio e all'aeroporto a rincorrere la squadra. Era fissata. Di sicuro aveva lasciato la scuola, ma forse quest'anno l'ha ripresa: non si vede più da queste parti. Però, daje oggi, daje domani, è diventata amica di tutti, quasi una mascotte.
Scopo raggiunto, allora?
In realtà, non è che i giocatori fossero proprio contenti di incontrarla. Era, come dire, un po' invadente: saliva sulle auto dei giocatori, gli entrava dal finestrino, gli toccava i capelli, gli toglieva gli occhiali dal sole, se li baciava… Qui a Trigoria, la chiamavamo tutti "Mucca pazza". Andava pure sotto casa di Totti, tanto che anche la madre e il padre di Francesco non ne potevano più. Quest'anno, invece, c'è un'altra ragazza che viene quasi tutti i giorni. Sta in fissa con Cassano, ma è molto più carina dell'altra: è alta, bionda.
Ha mai conosciuto una ragazza per lei?
Preferisco di no, meglio evitare. La società non vuole che diamo troppa confidenza alla gente. Magari poi pensano che li fai entrare… I tifosi che arrivano da altre città si sorprendono sempre di come funzionano le cose qui a Trigoria. Mi dicono che loro possono tranquillamente raggiungere il parcheggio dei giocatori, fare le foto e prendersi gli autografi. Qui invece è impossibile entrare. Di solito ci rimangono parecchio male.
Sua sorella ce la farebbe venire insieme alle amiche a Trigoria?
Assolutamente no. Forse una volta a settimana, giusto se non ha niente da fare. Ma nemmeno, cosa verrebbe a fare? Qua non si ottiene niente. La mattina, poi, non esiste. Lasciare la scuola per venire qua mi sembra una stupidaggine. E anche bella grossa. A dirla tutta, è proprio una stronzata.

 

(02 gennaio 2002)

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