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Quaranta minuti di viaggio, con lo zainetto in spalla
e i pennarelli in mano
Lo scuolabus che vira a Trigoria
parte da casa e porta lontano
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Il 77 puzza come una classe del liceo
dopo le due ore obbligatorie di educazione fisica. È
tutt'altro che frequente (parte ogni ora), ma è pur
sempre una conquista. Lo hanno ottenuto i tifosi, dopo
una lunga battaglia col Comune.
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Da viale America a viale Europa. E poi viale
dell'Arte su per viale dell'Umanesimo. Ancora:
tutta via Laurentina fino a via di Trigoria.
Finalmente, dopo 40 minuti, si arriva a piazzale
Dino Viola. È un viaggio extraurbano, quello che
compie il 77. Parte dall'Eur e arriva in campagna,
attraverso un quartiere sporco, ma colorato.
Qui il tempo si è fermato al 1942, quando la
Roma conquistò il suo primo scudetto. O
forse il tempo non esiste. Qui è sempre festa
per i campioni d'Italia in carica. I lampioni
hanno pali bicolori e fili di bandiere a unirli.
I parcheggi sono delimitati da linee gialle, ma
non sono riservati. Gli scudetti tricolore ravvivano
i capannoni, e le capanne, che a un certo punto
si incontrano sulla strada.
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I ragazzi aspettano la
pertenza
dell'autobus
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Il percorso del 77
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Il 77 è una classe del liceo. Età media
15 anni. Ogni giorno porta i brufoli e
gli zaini dei ragazzi fuori dei cancelli del centro
sportivo dove si allena la Roma. Marinano la scuola,
o l'hanno già lasciata da un po'. Sono tutti compagni,
i ragazzi che prendono il 77. Hanno gli stessi
idoli, gli stessi sogni. Lo zaino serve sempre.
Dentro, i diari sventrati dalle foto incollate,
dai pensieri calcati a penna; i quaderni illibati
- e pronti a ricevere inestimabili scarabocchi
- o quelli venerati, sudati, pieni di autografi.
Poi ci sono i pennarelli. Quelli da infilare sotto
il naso del campione e quelli che servono a fermare
un'emozione su un muro.
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(02 gennaio 2002)
inizio
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