Lo dicono, non lo pensano, ma funziona.
In tv, almeno. "Totti ti amo", "Ti amo,
Totti", "In tutti c'è un po' di Totti".
Dagli schermi di "Quelli che il calcio…"
è tutto un urlare, un sospirare, uno svenire
per il giocatore dei sogni.
Gretel e Gretel, alias Francesca Zanni e
Michela Andreozzi, stanno al gioco e, stuzzicate
da una Simona Ventura in versione talent-scout
(che si è rivolta a loro chiedendo "qualcosa
di moderno"), hanno pensato di indossare
per la trasmissione i panni moderatamente
coatti delle ragazzine, le t-shirt stravaganti
delle adolescenti e, nei capelli, miriadi
di mollette color giallorosso. Da trentenni
a quindicenni in meno di 90 minuti: perfette
groupies a bordo campo, caricaturali, ma
- a dire il vero - credibili.
Il ritratto che vien fuori dalla loro parodia
è quello di una passione tanto intensa quanto
superficiale, di una gioventù vivace, ma
riprodotta in serie.
Squadra del cuore?
Michela - Roma
Francesca - Roma
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Francesca Zanni
e Michela Andreozzi fotografate
per Rds,
la radio dove ogni sera alle
23 conducono "www-punto-g"
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Come nasce il "Totti ti amo"?
Michela - In realtà, ci siamo ispirate
a una cugina di Fiorello, incontrata qualche anno
fa al Festival Bar. Ogni volta che passava un
cantante famoso, lei lo amava. Del tipo: "Cesare
dei Luna Pop, ti amo, ti amo". Ma non solo, amava
anche i batteristi, gli assistenti, i buttafuori.
Una che comprava "Cioè",insomma.
Francesca - Da lei è nato il personaggio
della fan di professione, quella che farebbe qualunque
cosa pur di raggiungere il suo idolo. L'unico
interesse che ha sono i personaggi famosi. Noi
lo abbiamo rivisitato per "Quelli che il calcio..",
perché adesso sono i giocatori che abitano l'Olimpo
della bellezza maschile, sono loro i nuovi idoli.
A chi vi siete ispirate nel look?
Francesca - A mia sorella che ha tredici
anni. E poi, guardando in giro le ragazze, anche
quelle più esasperate. Quelle che per farsi notare
si fanno di tutto: piastre, frisé, codini…
Michela - Anche la loro, poi, è un'imitazione.
Di modelli più alti, riusciti malissimo. Vogliono
assomigliare a Britney Spears, piuttosto che a
Christina Aguilera. Spesso esagerano, tanto da
diventare mascheroni trash.
Francesca - Ma per vederle, basta andare
in via del Corso il sabato pomeriggio. È pieno
di queste tipe.
È romana, dunque, la fan?
Michela - Io, sinceramente, la fan milanese
non ce la vedo proprio. La fan è del sud, passionale.
È una disposta a passare la notte in un sacco
a pelo fuori dall'Olimpico pur di vedere il suo
idolo la mattina dopo.
Una figlia così?
Michela - Io la chiudo in casa e butto
la chiave
Francesca - Io la mando in collegio dalle
Orsoline.
Michela - Scherzi a parte, credo bisogna
essere pazienti con loro. In fin dei conti, è
un periodo della vita che tutti noi abbiamo attraversato,
quando appendevamo i poster alla parete e collezionavamo
le figurine. Ma ve li ricordate i Duran Duran?
Avevamo anche noi quindici anni, allora.
Ma voi, siete innamorate di qualche calciatore?
Michela - No, ma io potrei sposare Batistuta.
Francesca - A me non me ne frega assolutamente
niente.
Michela - Ma l'hai visto il culo di Batistuta?
Merita un matrimonio.
Francesca - Ho capito. Solo il culo, però.
Poi quando parla?
Michela - E che te frega?
Mai andate a Trigoria?
Michela - A Trigoria, no. Ma nell'82 sono
andata a vedere con i miei cugini lo "sbarco"
di Falcao all'aeroporto. È lì che - secondo me
- è nato il culto dell'uomo, più che della squadra.
Certo, prima c'erano Rivera, Riva, ma erano adatti
ad un pubblico adulto. Falcao, invece, era proprio
da ragazzini. E, più di lui, lo era Maradona.
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