Alla
scoperta di nuove spiagge
Dopo i primi anni propedeutici
al Poetto, la spiaggia di Cagliari, Giorgio e gli altri surfisti
cominciano a organizzare le prime trasferte a Chia e Oristano:“Erano
partenze di massa, con macchine stracariche di gente e tavole ammassate
sull’imperiale. Ci univa lo spirito di evasione,
il desiderio di scoprire nuove spiagge, la noia dei soliti locali,
la voglia di stare con persone con cui si condivideva una passione”.
Quelle trasferte diventano un mito. La gente fantastica sull'abuso
di alcool e droghe. "In realtà - assicura Giorgio -
erano normali cene tra amici", anche se non era raro
che il mattino dopo qualcuno finisse in acqua ancora ubriaco.
Qualche volta è successo anche alle gare.
Poi arrivano i viaggi veri e prorpi, sulla costa atlantica. Il primo
a Biarritz, in Francia, nel 1990, la prima tappa per tutti perché
meta più economica. Dopo qualche anno cominciano le gare:
Roma, Viareggio, e con la nazionale in California, Portogallo, Irlanda
e Costarica. Tra le tante tappe la più bella è
quella a Buggerru, nella costa oristanese, nel 1995. L’unico
appuntamento internazionale in Sardegna in tanti anni, eppure è
il posto nel Mediterraneo dove le onde sono più frequenti.
“Organizzare sfide internazionali – spiega Giorgio –
non è semplice, i surfisti sono una categoria di parsimoniosi,che
cerca di spendere il meno possibile. Se non ci sono grossi sponsor,
al di là del prestigio e del riconoscimento a livello internazionale,
le gare non sono molto redditizie”.
E poi c’è l’incognita del mare.
Tra qualificazioni e competizione vera a propria le gare durano
un paio di settimane ed è molto difficile garantire per un
tempo così lungo le onde nel Mediterraneo. Per organizzare
una gara occorre andare a colpo sicuro. Anche se oggi le previsioni
del tempo sono pressoché infallibili il rischio rimane comunque
troppo alto per quelli che devono affrontare un lungo viaggio.
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