Quello
che manca ai surfisti sardi
La maggior parte dei surfisti italiani provengono dal Lazio, dalla
Toscana e dalla Liguria.
Pur avendo più opportunità per esercitarsi, grazie
all'alta frequenza di onde, i sardi sono meno competitivi.
Secondo Maurizio “è un difetto di razza. Noi
sardi non sfruttiamo le nostre capacità e in più siamo
ostacolati da uno spiccato localismo".
I surfisti delle zone come Buggerru, nella provincia di Nuoro, uno
dei posti in Sardegna dove il mare è molto spesso agitato,
difficilmente le dividono con gli altri. Paradossalmente accolgono
più volentieri laziali, toscani liguri e perfino stranieri.
Un altro problema per i surfisti sardi che vorrebbero emergere
a livello nazionale sono i costi.
"Devono affrontare - dice Maurizio - le spese delle trasferte.
Delle tappe del circuito di qualificazione, solo una su quattro
si svolge in Sardegna". Questo vuol dire affrontare necessariamente
tre viaggi in nave o in aereo, mentre gli altri atleti possono tranquillamente
spostarsi in auto.
Ma gli spostamenti non sono l'unico handicap, c'è anche la
maggiore confidenza con in luoghi. Anche per allenarsi i penisolani
si spostano di costa in costa, imparando ad adattarsi a situazioni
diverse.
“Ci battono perché giocano in casa, con le
loro onde, sulle loro spiagge” spiega Maurizio.
Di sardi in Nazionale oggi ce ne sono due, Antimo
Vallifuoco e Giulia Mameli. Nel 1996 Giorgio
Stagno ha partecipato ai mondiali in California, e l’anno
successivo era riserva ai campionati europei in Irlanda. Giorgio
ha partecipato anche nel 1995 agli europei in Portogallo, insieme
ad Antimo.
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