di Barbara Acquaviti

 
  L'ultimo attacco in ordine di tempo è datato 10 maggio 2000 e ha avuto come bersaglio Hotmail. Alcuni hacker sono riusciti ad infiltrarsi nella banca dati del sistema mettendo in pericolo la privacy di milioni di utenti del Web. Questa volta hanno usato il javascript.

Ma in fondo non serve essere dei pirati del Web per accedere alle mailbox e sbirciare la corrispondenza degli altri. Trovare un sistema per violare la posta nell’era di Internet, non è poi così difficile. Ma soprattutto, è possibile riuscirci senza correre il rischio di essere scoperti. A rendere così semplici le incursioni nella privacy altrui sono le falle presenti nei sistemi usati per spedire la corrispondenza elettronica. Restano poche possibilità per difendersi. Ad offrirle è la Rete stessa.

Non che le leggi in materia non esistano. Ma la difficoltà di rintracciare un incursore è oggettiva. E soprattutto per molti Governi legalizzare software che contribuiscono a difendere il diritto alla privacy è considerato un’arma a doppio taglio. Perché, se da una parte tutela il cittadino che vuole semplicemente mettere in pratica il suo diritto costituzionale alla riservatezza, dall’altro potrebbe diventare uno strumento per compiere atti illegali in totale anonimato.

maggio 2000

 

Nel sito

 

Come si viola la mailbox

 

I problemi dei service

 

Difendersi con l'anonimato

 

La legge in Italia

 

Cosa succede negli Usa

 

Lo spam

 

E il garante spagnolo fa le multe