A caccia di pirati nella mailbox
Ecco come si tracciano i dati di un utente
 

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  Introduzione al Javascript
(in italiano)

 

 

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Non è impresa da tutti. Ma per i pirati della Rete, rubare le password di accesso alla posta elettronica altrui, non è poi così complicato. "E’ gente che fa queste cose normalmente. Il più delle volte per lavoro, ma spesso anche per abitudine. In questi casi vale la legge dei grandi numeri. Cerca cerca, prima o poi qualcosa si trova". Ad affermarlo è Federico Guerrera. Da anni si occupa di informatica a Urbino e ha una certa familiarità con il mondo degli hacker. "Le tecniche usate - spiega Rossi - sono fondamentalmente due".

L’uso dei javascript
"Uno dei sistemi utilizzati - dice Guerrera - è quello di tracciare, cioè aspettare che l’utente digiti la password e la login name, per carpire il dato". Gli strumenti usati per mettere in pratica questa tecnica sono diversi. Spesso, comunque, i cyberpirati usano il Javascript. Si tratta di un linguaggio informatico che non dà nessun tipo di problema quando è usato nella costruzione di pagine Web. A volte però gli hacker lo utilizzano per le loro incursioni. Uno dei sistemi,
descritti in Rete, consiste nel far apparire all’utente una pagina che riproduce la schermata di re-login. In realtà il titolare della mailbox non è mai uscito dal servizio. A quel punto basta che ridigiti la sua password, e il gioco è fatto.

Esistono dei filtri per i javascript, e molti service di posta elettronica ne sono dotati. Ma non sempre questi livelli di sicurezza sono sufficienti. Uno dei sistemi per difendersi è quello di impedire la lettura dei javascript direttamente dal proprio browser.

L’uso di software appositi
"Si possono usare - continua Guerrera - programmi che consentano di tentare infinite combinazioni alfanumeriche, fino a quando non trovano quella giusta. Non sono tuttavia software che si comprano in negozio. Ma sono certamente facili da reperire nel mondo degli hacker. D’altra parte un cyberpirata è spesso anche un bravo programmatore e quindi è capace di costruirseli da solo". E’ un metodo che però non sempre può essere applicato. "Ci sono service che consentono solo un numero limitato di tentativi e che dopo escludono dalla possibilità di rientrare. In pratica usano lo stesso sistema del bancomat".

Non è il caso di Hotmail, il più diffuso ma anche il più violato di tutti i servizi di e-mail. Molti sono i naviganti che affermano di poter rubare le password di uno qualsiasi dei 40 milioni di clienti di questo service. Per accorgersene basta fare una ricerca con le parole "hacking hotmail".

Bandire i javascript e dotare la propria mailbox dei livelli di sicurezza aggiuntivi forniti dai mail server, può essere utile. Ma non sufficiente. Il più delle volte infatti gli hacker rivolgono le proprie incursioni direttamente alle banche dati dei service che forniscono caselle di posta elettronica. Entrando attraverso le falle dei loro sistemi di sicurezza.

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