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Intervista a Rino Spampanato
il mago Internet del partito radicale

In rete nel nome di libertà e democrazia

 

Ascolta l'intervista in real audio

Rino Spampanato, lei è responsabile dei siti Internet dei Radicali ma anche webmaster di Radioradicale.it, che è in definitiva un grande contenitore politico, ci può dire come è nato, se avevate esempi stranieri o qualcosa del genere?

In realtà di esempi stranieri non ne abbiamo trovati tanti, almeno alle origini. E' nato da un convegno che si è svolto nel febbraio-marzo del 1998, in epoca non sospetta, quando i radicali, Radioradicale ed Agorà telematica, che è stata fondata dai radicali all'inizio degli anni '80, si sono riuniti chiamando a raccolta addetti ai lavori, esponenti politici e delle telecomunicazioni, con questo titolo: "Quali lotte e leggi subito per la rivoluzione tecnologica e la rivoluzione liberale". L'obiettivo che ci si poneva era vedere come le nuove tecnologie, internet, la telematica e l'informatica in particolare potessero aiutare una evoluzione democratica delle istituzioni e soprattutto del rapporto cittadino-istituzioni. L'obiettivo era fare in modo che grazie agli sviluppi delle moderne tecnologie i cittadini potessero avere accesso e controllo sulle attività delle istituzioni, sul modello di quanto fatto tradizionalmente da Radioradicale. Tutto questo superando la barriera del flusso unidirezionale che avviene in radio o nei media tradizionali e consentendo all'utente, attraverso uno sterminato archivio che ha ormai più di un anno, di ricostruire tutti gli eventi che in prima fase erano stati mandati in diretta.

Il vostro progetto Cyberdemocracy vede la Rete come strumento per avvicinare l'elettore ai candidati e al Palazzo. Ma crede davvero che Internet possa aiutare la democrazia?

A mio avviso una tecnologia non è di per sé né buona né cattiva. Ciascuna ha dentro di sé delle potenzialità di evoluzione democratica, ma anche di involuzione, di controriforma antiliberale, e in questo rientra in gioco la politica. Con radioradicale abbiamo cercato, stiamo cercando e continueremo a cercare di mostrare come le moderne tecnologie possano essere messe a servizio del cittadino e dell'informazione, che è da sempre una delle battaglie fondamentali dei radicali, consentendo all'utente di ottenere quante più informazioni possibili e, riprendendo un vecchio motto, di conoscere per deliberare.

Ma c'è chi riguardo a Internet parla di una nuova diseguaglianza.

Questo è un problema da porsi, ma non mi sembra che la soluzione sia ridurre tutti alla povertà perché siano uguali nella povertà. E' esattamente il contrario: bisognerà cercare di diffondere il più possibile le tecnologie, ma non per questo bloccare chi le ha e le può sviluppare. La tecnologia è neutra di per sé, la si può usare bene e la si può usare male. E' un fatto di credibilità politica.

In America si dibatte anche sul voto digitale, e il primo esperimento è stato fatto in Arizona. Crede che sia una prospettiva reale?

Una delle cinque proposte di legge dei radicali sulle nuove tecnologie riguarda proprio questo. In italia viviamo una condizione incredibile: in un'era "digitale" ci troviamo sommersi di scartoffie, carte, certificati e controcertificati. Mentre si teorizza di salvare le foreste amazzoniche, risparmiare carta e condividere tutte le informazioni in digitale, nella pubblica amministrazione si continuano a sprecare tonnellate di carta, timbri ecc... e non si riesce ad ottenere che le nuove tecnologie possano servire sia all'amministrazione pubblica per risparmiare tempo e soldi che al cittadino per avere un accesso più facile ai servizi e evitare le trafile burocratiche.

Per quanto riguarda le campagne Internet i radicali sono all'avanguardia. Ho visto sui giornali on line i banner di Emma Bonino e mi sembra che in passato sia stato fatto anche qualcosa di simile al "fundraising" americano. Avete progetti concreti per le prossime politiche?

Noi siamo stati il primo partito in Italia che lo scorso anno ha usato Internet massicciamente, soprattutto per informare i cittadini, visto che i media tradizionali, le tv, non è che ci dessero molto spazio... Lo stiamo rifacendo, nonostante adesso per colpa della Par condicio tutti abbiano scoperto questo settore. Siamo comunque gli unici a permettere ai nostri elettori di inviare un loro contributo attraverso il sito semplicemente con la carta di credito. Mi chiede quali sono i progetti concreti. Con Pannella e Emma Bonino da molto tempo discutiamo sulla costituzione di una sorta di partito telematico: come nelle aziende della New Economy ci si organizza sul web per fare business e avere rapporti con i propri clienti, così anche un partito politico, che in definitiva vende delle idee, può "digitalizzarle" e ottenere così una nuova forma partito che usa la telematica per organizzare la propria attività, la propria lotta politica e tenere i contatti con tutti i cittadini.

Che lei sappia, anche gli altri partiti si stanno organizzando allo stesso modo? Al livello più basso, potrebbe anche servire per aggirare la par condicio, si potrebbero mettere gli spot on line...

Questo non solo per iniziativa dei partiti ma anche per iniziativa delle agenzie che si occupano di pubblicità su Internet e hanno contattato tutti. Questa legge "anticostituzionale", che ha abolito la possibilità di comunicazione politica attraverso la televisione, ha naturalmente dirottato un insieme di risorse e di budget dei partiti sulla Rete. Anche gli altri si stanno organizzando, quindi. Del resto Internet è bella per questo. Io ieri ho fatto una cosa divertente: sono andato sul sito di Forza Italia, dove c'è uno spazio chiamato il Muro delle Libertà, "scrivi il tuo messaggio sul muro", e mi sono andato a leggere tutti i messaggi. Non ce n'era uno contrario. La mia esperienza è che su 10.000 messaggi arrivati sul forum dei radicali, libero e senza filtro, ci sono anche messaggi di insulti nei nostri confronti. Mi chiedo come in questo periodo, con questo clima politico, non arrivi un messaggio che in qualche modo sia critico nei confronti della politica di Forza Italia.

(22 marzo 2000)

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