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Il portiere
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La cameriera
LA STORIA
  “Sono tre anni che lavoro come barista in un locale del centro di Salerno. Ho iniziato nel gennaio del 1997.
Prima ero iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Napoli ma non avevo i soldi per mantenermi agli studi e così, dopo una breve parentesi, sempre come barman, in un noto locale della città, ho cominciato a lavorare da Ciro, per me un grande amico”.
“Ho tanti interessi. Mi piace sciare, viaggiare, seguo il motociclismo e sono un appassionato di motori, ma la mia grande passione da sempre è la fotografia digitale. Prima di iniziare a lavorare in questo bar, infatti, insegnavo proprio in un Istituto Tecnico. Ho lavorato lì per un anno”.
“Lavorare di notte mi piace perché per il bar è un po’ diventato una seconda casa. Lo stipendio è di 800 euro al mese. Mance niente. Io e i ragazzi che frequentano il locale siamo una grande famiglia. Non prenderei mai soldi extra da persone amiche”.
“Ogni sera è una festa. Si incontra tanta gente. Ogni persona è diversa e racconta una storia, segnata da crisi, amori, passioni, sogni. Il mio ruolo, oltre a quello di spettatore, è spesso anche di confidente. La mia specialità, come barman, è il cocktail martini, ma so preparare anche degli ottimi margarita”.
“Quella di lavorare di notte non è stata una scelta pensata ma casuale. Sono convinto, infatti, che sia meglio trovare un impiego di giorno, “regolare”, perché puoi vivere una vita “normale” e conoscere le persone per come sono realmente, senza avere di loro una visione spesso distorta perché alterata dall’alcol. E poi, sono tante le cose che perdi, e a lungo andare mancano: dalle vacanze al piacere, semplice, di uscire con gli amici. Al momento riesco solo a dedicare parte del mio tempo alla palestra”.
“E’ anche difficile relazionarsi con una persona, con una donna, senza trovare difficoltà a vedersi e stare insieme. Tante volte devi divertirti anche se non ne hai voglia, stando attento a non reagire alle provocazioni di quei clienti che esagerano e gratuitamente offendono”.
“La mia più grande rinuncia resta comunque il non aver potuto frequentare l’università. Uscire non è più un problema perché molti dei miei amici lavorano in locali notturni. Anche loro, come me, lo fanno per necessità, e poi è più facile inserirsi in un tipo di attività del genere.
Alla fine è un lavoro che, se fatto bene, ti dà la possibilità di divertirti”.
“La cosa più bella che mi sia capitata da quando lavoro è aver incontrato Flora. Per un lungo periodo, lavorando di fronte, a pochi metri di distanza, siamo stati amici, poi ci siamo innamorati e ora sono due anni che stiamo insieme. Avere gli stessi orari ci ha aiutato a far crescere il nostro rapporto”.
“Sul lavoro notturno per le donne credo che il problema sia dato dagli orari. Spesso, infatti, si finisce di lavorare molto tardi e, quindi, è più facile incontrare gente molesta e ubriaca. In molte altre città d’Italia il problema non si pone perché turni e orari sono completamente diversi”.
“Il mio sogno nel cassetto è di aprire un locale, un american bar. Un’attività per alcuni versi facile ma rischiosa perché c’è troppa concorrenza. Se non dovessi riuscirci nel giro di due anni cambierò strada radicalmente. Tornerò ad occuparmi di fotografia e grafica”.

 
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