Sei in: home > la cameriera > la storia  
Il portiere
Il barista
Il multiworker

L'indipendenza per rincorrere un sogno

 
Donne e lavoro
 

 

 

 

In carriera, forti, determinate. Le donne italiane di oggi sono del tutto indipendenti e autonome. Libere dal "ricatto economico", in tante ormai lavorano e guadagnano come gli uomini: anche perché spesso sono più preparate, disciplinate e pragmatiche.
"Oltre il 40% della forza lavoro mondiale è oggi costituito di donne. Circa il 70% delle donne nei paesi sviluppati e il 60% nei paesi in via di sviluppo svolgono un lavoro retribuito. Da vent’anni, è l’aumento del numero delle donne che esercitano un lavoro retribuito a condizionare le tendenze dell’occupazione, con la conseguenza di un diverso ruolo nella famiglia e nella società".

Flora a una mostra etnica

Flora è una di queste donne. Giovane ma con le idee molto chiare. Lavorare
come precaria oggi, per mantenersi agli studi, e diventare una professionista subito dopo la laurea.
“Ho iniziato, tre anni fa, a lavorare come cameriera in una rinomata pizzeria nel cuore di Salerno. Un’attività che mi permette di studiare e, allo stesso tempo, di pagarmi i libri e le tasse universitarie. Sono iscritta alla facoltà di Lingue e letterature straniere, mi mancano solo quattro esami per laurearmi e questo è l’unico impiego compatibile con il mio tipo di studi, che necessariamente richiede l’obbligo di frequenza ai corsi di inglese e russo”. “Da sempre sono indipendente economicamente dalla mia famiglia, il problema è che come cameriera si lavora tanto ma si guadagna poco. Parlo di 31 euro al giorno per 9/10 ore di lavoro. Di questi soldi riesco a mettere da parte 50 euro a settimana che, in parte, spendo in fotocopie o in benzina per andare all’università. Con quel che resta sono riuscita, in tutti questi mesi, a raccimolare qualcosa per pagarmi un viaggio a Santo Domingo con il mio fidanzato”.

Flora e il fidanzato Alessandro

“La cosa più bella da quando lavoro è stato proprio incontrare Alessandro.
Lui lavora nel bar di fronte la pizzeria.
Ci siamo conosciuti, frequentati e innamorati. La situazione è ottimale perché, lavorando entrambi di notte, riusciamo a stare insieme e a vederci ugualmente. In questo modo non ne
ha risentito il rapporto di coppia”. “Lavorare di notte ora
è per me una necessità ma i sogni e le ambizioni sono ben altre".
"Vorrei, infatti, far fruttare la mia laurea e inserirmi in un’ambasciata o nel settore della comunicazione, magari come interprete”.

“Di questo lavoro mi piace il fatto di stare a contatto con tante persone, ma va anche detto che molta di questa gente spesso e volentieri è irrispettosa, ti tratta con disprezzo, ti considera “inferiore” soltanto perché servi ai tavoli e ti chiama fischiando come fossi un cane. E’ mortificante, soprattutto perché, come me, la maggior parte dei ragazzi che decidono di lavorare in ristoranti e pizzerie sono universitari che devono mantenersi agli studi”.
“L’episodio più spiacevole che mi siacapitato in questi anni di lavoro è stato
quando mi cadde casualmente una coca cola sul maglione di un cliente, un
ragazzo ben vestito che mi fece subito notare il danno “enorme” che gli avevo procurato, indossando lui solo capi firmati e molto costosi. Dopo avermi detto
il prezzo del pullover, naturalmente proibitivo, mi ha chiesto di risarcirlo. Per lo stipendio che prendo avrei dovuto lavorare un anno per potergli ricomprare quel maglione”.

“Per una donna la difficoltà maggiore del lavorare di notte credo sia nel fatto che sei impegnata fino a tardi e spesso, soprattutto durante il weekend, ti capita di incontrare tipi balordi e molesti. Resta forte, comunque, nel settore la richiesta
di figure giovanili. C’è, infatti, sempre bisogno di sorrisi e spensieratezza”.

Salerno: piazza Flavio Gioia

“Lavorando di notte, però, ho avuto anche la possibilità di stringere amicizie con tante persone che condividono con me questo tipo di esperienza. Sono tante le simpatie nate e consolidatesi in questi tre anni. Quelle di vecchia data, invece, spesso ne risentono perché ormai mi è impossibile uscire il weekend, frequentare le feste universitarie, ma anche semplicemente andare al cinema in prima serata. Devo dire, però, che per me questo non è più un problema. Senza fare inutili vittimismi riesco a divertirmi ugualmente”.
“Ho tanti interessi. Mi piace leggere, molto. L’ultimo libro è stato “Memoria di
una geisha”, ora sto leggendo “Il Dio del Fiume”. In genere mi riservo uno spazio per la lettura la notte, quando torno dal lavoro, o il primo pomeriggio, quando rientro a casa dall’università”.
“Sono impegnata anche nel sociale. In particolare da quando la mia famiglia ha deciso di adottare due bambine bielorusse, due gemelle che ora hanno 13 anni. Un’esperienza indimenticabile che non crea nessun tipo di scompenso affettivo
per i figli naturali, preconcetto molto diffuso”.