Il primo Archivio al femminile

Archivia in fase di allestimento
La storica Maria Paola Fiorensoli
Archivia vista dal giardino interno

“Prima di essere un luogo, Archivia è un’idea. L’idea è: tiriamo fuori dalle nostre case e dai nostri luoghi collettivi il materiale che ha prodotto la storia delle donne a Roma”.
Nessuno meglio di Maria Paola Fiorensoli, può spiegare cos’è Archivia, la prima biblioteca (e centro di documentazione) nazionale che raccoglie scritti, manifesti, volumi, volantini, riviste e fotografie del movimento femminista dalla fine degli anni ’60 a oggi.

Archivia sta per archivio al femminile – spiega la storica autrice del libro La dea perenna dedicato alla Casa – ma è anche l’imperativo del verbo archiviare: archivia!”. La scelta di femminilizzarne il nome è sicuramente un omaggio alla linguista Alma Sabatini (uno dei principali fondi è dedicato a lei) che nelle sue Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, cercò di spiegare come equilibrare i termini della sfera femminile con la prevalenza di desinenze e sostantivi maschili. Alma Sabatini morì in un tragico incidente al ritorno da un viaggio con il suo compagno. Chi era più adatto per conservare il lavoro della studiosa, se non la Casa Internazionale delle donne? Molte parole di genere maschile che finiscono in e, al femminile prendono la desinenza in -essa (presidentessa, studentessa etc.), che, sostengono le femministe, altro non è che un dispregiativo, quando esiste. Ci vuole più parità linguisitica, dicono.

Tra gli altri fondi: Centro Simonetta Tosi (proprietaria Silvia Tozzi), la biologa che ha lavorato (anche con Rita Levi Montalcini) per la salute e la liberazione del corpo femminile; Centro studi sul femminismo (presidente Laura Capitta); Archivi lesbici italiani (presidente Giovanna Olivieri); Cooperativa libera stampa (presidente Costanza Fanelli), Il paese delle donne (responsabile Maria Paola Fiorensoli); Differenza Donna (responsabile Gabriella Truini ed Emanuela Moroli); Udi circolo romano La goccia e Unione donne italiane provincia di Roma (responsabile Rosanna Marcodoppido); Udi nazionale Scienza della vita quotidiana (presidente Lidia Menapace); studio fotografico Franca Zacchei; Movimento di liberazione della donna (presidente Liliana Ingargiola).

Molti di questi fondi hanno già ottenuto il riconoscimento di patrimonio storico dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio.

 

 

 

 

 

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