E'
piuttosto complicato raggiungere l'isola di Montecristo, sia per
la sua distanza dalla costa, sia per i divieti che la caratterizzano.
Sono ammessi, infatti, solo 1000 visitatori l'anno. E' necessario,
dunque, prenotarsi in tempo, rivolgendosi, magari, al Corpo forestale
di Follonica per avere informazioni. Con l'aliscafo si raggiunge
Cala Maestra, unico punto di approdo, dopo circa
tre ore di navigazione. Il visitatore rimarrà senza dubbio
stupito da come la vegetazione, ovunque brulla e caratterizzata
da massi di granito e lastroni a picco sul mare ceda il posto, qua,
ad un ambiente quasi paradisiaco. Mare limpidissimo, una spiaggetta
bianca, caraibica e tuttintorno piante ad alto fusto.
Cominciando a salire incontriamo l'unica
zona ciostruita dell'isola. Qua c'è la
ex villa reale che domina la baia di Cala Maestra. E' stata
fatta costruire dal botanico George Watson Taylor che abitò
sull'isola di Montecristo alcuni anni fino al 1860. Successivamente
fu abitata da Vittorio Emanuele III, ma nel dopoguerra, con la fuga
dei Savoia, fu depredata degli arredi reali. Ora è la sede
dei ricercatori e gruppi di studio che si fermano sull'isola. Vicino
alla villa c'è la casa dei guardiani e un
piccolo museo dove si possono ammirare esemplari
di flora, fauna e minerali dell'isola insieme ad alcune pubblicazioni.
L'escursione
prosegue per una mulattiera del tempo
dei monaci che si arrampica sulla montagna fino alla "Grotta
del santo". E'chiamata così in onore di San
Mamiliano che, secondo la leggenda, in fuga dai vandali di Gianserico
approdò sull'isola. Si presenta come una cappella all'interno
di una grotta. Fu costruita, probabilmente, dai frati Benedettini.
Entrando ci sono varie immagini sacre e doni portati dai turisti.
Proseguendo per lo stesso sentiero si raggiungono le rovine di un
antico molino. Sulla strada del ritorno, deviando
a sinistra e salendo notevolemnte si giunge al monastero,
costruito probabilmente tra il 1200/1300 dai frati Camaldolesi.
Le rovine dominano un ampio e incantevole panorama
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