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Meno capre e alianto, viveri e agenti ogni 15 giorni
Ecco la gestione della Riserva

   
L’isola di Montecristo fa parte del Parco nazionale dell’arcipelago toscano. Nel 1971 è stata dichiarata Riserva naturale con decreti del Ministero di Agricoltura e foreste, delle Finanze e della Marina mercantile. E’ l’unica riserva in Italia dal duplice aspetto di conservazione terrestre e marittima insieme. Con decreti del 1979, 1981 e 1988, infatti, è stata garantita anche la tutela sulla fascia di mare di 1000 metri intorno alla costa. Oggi la gestione è affidata al ministero delle politiche Agricole e forestali. E l’ufficio preposto è quello della amministrazione foreste demaniali di Follonica. Il responsabile è Umberto D’Autilia. "E’ una gestione conservativa che segue le raccomandazioni impartite dal Consiglio d’Europa quando, nel 1988, ha conferito alla Riserva il Diploma europeo”.
   
Per mantenere un giusto equilibrio tra le specie endemiche della flora e della fauna l’uomo deve intervenire in vario modo. Per esempio contenendo il numero delle capre di Montecristo. E’ una specie in forte crescita che cibandosi delle bacche di leccio impedisce la riproduzione naturale di questo albero. In origine l’isola ne era ricoperta. Un’altra raccomandazione del Consiglio d’Europa è di estirpare l’alianto, pianta infestante che attecchisce con particolare facilità tra i massi di granito. E di ridurre il numero dei visitatori. Ne sono ammessi solo 1000 l’anno. “Abbiamo molte richieste che non riusciamo a soddisfare – spiega -. Il tipo di autorizzazione che viene concessa è di carattere naturalistico: una visita guidata dalla mattina alla sera”. Viene data preferenza all’educazione ambientale. Quindi durante i mesi di maggio e giugno arrivano soprattutto gruppi di scuole di ogni tipo. Per il resto dell’anno invece, vi accedono associazioni di carattere culturale o naturalistico.
   
I principali problemi di gestione - ribadisce Umberto D'Autilia - sono quelli legati ai bisogni di prima necessità. Il rifornimento dei viveri per i guardiani. Ma anche l’approvvigionamento di gasolio per i gruppi elettrogeni. Montecristo infatti non è fornita di energia elettrica, ma è alimentata con generatori di corrente”. L’altro grande “nodo” dell’isola è quello della sua sorveglianza. I limiti a cui è vincolata sono molti e rigidi. E devono essere rispettati. “Ai sensi dell’articolo 21 della legge 394 sulle aree protette il controllo spetta al Corpo forestale dello Stato. Per questo a turni di 15 giorni si alternano, per tutto l’anno, due agenti.” Accompagnano le visite organizzate e si occupano di vigilare il territorio. “La sorveglianza riguarda soprattutto la fascia biologica marina. Ogni giorno devono fare il giro della costa per assicurarsi che nessuno oltrepassi il limite. Si tratta insomma, di controlli preventivi, per evitare che siano commessi reati ambientali”.

 

 

 

 

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