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Una passione elettronica
La storia professionale dell’ingegner Zolesi


Fu tutta colpa di un professore di elettronica. Valfredo Zolesi portava ancora i calzoni corti quando nel 1962 arrivò all’istituto tecnico industriale di Livorno e conobbe il professor De Giorgi. Un valido riferimento tecnico, ma anche e soprattutto Zolesi (1974)umano che lo sostenne nella difficile decisione del dopo-diploma. Il padre di Zolesi era morto pochi anni prima e la famiglia non sarebbe stata in grado di mantenerlo all’università.

La scelta fu sofferta, ma convinta. Si iscrisse alla facoltà di ingegneria a Pisa e divenne un cacciatore di borse di studio: le trovava e le vinceva, ma questo non bastava. Cominciò prima a fare consulenze di tipo industriale, poi divenne insegnante nella scuola di formazione del cantiere navale di Livorno e infine fu assunto come assistente di laboratorio per l’istituto nautico inaugurando dei corsi di automazione navale che solo anni dopo sarebbero rientrati nei programmi ministeriali.

Se di giorno lavorava, di notte Zolesi studiava e i suoi passaggi nella città universitaria erano solo per dare esami. Neanche il matrimonio con Nunzia (’71) e la nascita dei figli David (’72) e Sara (’73) rallentarono il corso di studi che si concluse nel ’74 con la laurea. La tesi di tipo sperimentale fu agevolata dal preside dell’Nautico, il professor Spanò, che fornì le apparecchiature necessarie. Da lui Zolesi afferma di avere ereditato un’attenzione particolare verso le necessità dei tesisti. Lavoro e formazione procedettero di pari passo.

Zolesi (1979)Prima offrì le sue conoscenze a una ditta inglese di simulatori elettronici, poi divenne docente di educazione tecnica alle scuole medie.

Ma questo non concluse il curriculum di Zolesi che prese due specializzazioni negli Stati Uniti e continuò a conoscere e farsi conoscere in un ambiente completamente privo di italiani. Fu così che nel 1986 la Kayser Monaco chiese proprio a lui di costituire in Italia una società di elettronica avanzata.


 
     

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