Un parroco spaziale
 
 
Non un prete
di serie B
Una chiamata
oltre le stelle
Tra cielo, terra
e mare
Una marcia
in più
 
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Una vita in tunica e stola
Da otto anni celebra ogni domenica davanti alla moglie


Prima celebrazione in tunica e stolaUn cenno d’intesa con l’organista e via alla musica. Entra dalla porta laterale della sacrestia e dopo l’inchino verso l’altare si sistema al proprio posto: al centro, in alto, davanti all’assemblea. Sulla prima panca, in mezzo agli altri fedeli, la moglie Nunzia in piedi.

Cominciano sempre così le celebrazioni domenicali di don Valfredo Zolesi, diacono, sposato, a capo della comunità di S. Giuseppe di Nibbiaia dal 1996. “Non bisogna confondersi, però” ricorda Zolesi. “E’ una liturgia della Parola, non una messa nel senso classico. La differenza principale è che non c’è la consacrazione dell’Eucarestia in quanto può essere fatta solo da un prete. Così al momento della Comunione distribuiamo ostie già consacrate che riceviamo da altre parrocchie”.

Questa e poche altre le differenze apparenti tra il suo ruolo e quello di un parroco a tutti gli effetti. Battezza i nuovi arrivati, prepara ai sacramenti, unisce in matrimonio. Tutto molto naturale per lui e per chi si è da subito abituato ad un parroco che la domenica porta con sé moglie e figli. L’esperimento, pionieristico per quei tempi, di affidare la parrocchia a un laico non sconvolse nessuno. Da tempo mancava nel paese un riferimento fisso che si occupasse dei bisogni spirituali e non della piccola comunità di collina. Così il suo arrivo è stato accolto con entusiasmo e oggi, ad 8 anni di distanza, nessuno si sognerebbe di cambiare il proprio parroco-ingegnere con un “normale” prete.

 

 
     
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