Un parroco spaziale
 
 
Non un prete
di serie B
Una chiamata
oltre le stelle
Tra cielo, terra
e mare
Una marcia
in più
 
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Non un prete di serie B
Strategie per una parrocchia a conduzione familiare


Zolesi in sacrestia“Appena arrivato la paura più grossa era che fraintendessero il mio ruolo” spiega Zolesi. “Non volevo che credessero di aver ricevuto un mezzo parroco, un prete di serie B e che si sentissero per questo umiliati o snobbati. Ho voluto fin da subito chiarire la mia situazione".

"Ttecnicamente sono un amministratore parrocchiale, anche se tutti ormai mi considerano un parroco vero e proprio. Hanno capito perfettamente che il mio impegno doveva contemperarsi con le esigenze di un normale padre di famiglia e di lavoratore”.

Zolesi ha ricevuto l’incarico di garantire la trasmissione della Fede e cerca di farlo nello stile del servizio tipico della figura del diacono. “Non voglio sostituirmi al prete sarebbe ridicolo. La distinzione deve essere sempre ben chiara anche per questo cerco di coinvolgere il più possibile mia moglie e i miei figli".

"Il mio scopo di diacono è quello di valorizzare le capacità altrui cercando di far fare le cose e coinvolgendoli il più possibile. E questo il segreto di una parrocchia gestita interamente da laici: ognuno ha un compito e una funzione nella struttura. Forse la visione è un po’ troppo da ingegneri, ma l’importante è non chiudersi in se stessi nella presunzione di essere autonomi”.

 

 
     
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