Prima
nello spazio
Storia e primati della Kayser Italia
“Nell’86
la Kayser Monaco mi contattò. Volevano costituire in
Italia una società di elettronica avanzata. La scelta
fu dura. Ero insegnante di educazione tecnica alle scuole
medie e mi piaceva stare con i ragazzi. In famiglia poi c’erano
molti dubbi: rinunciare a un posto sicuro per imbarcarsi in
questa avventura dai contorni molto sfumati, sembrava un
salto nel buio. E probabilmente lo era.”
“Presi un ufficio di una sola stanza
in centro a Livorno e cominciai a lavorare come un matto.
Facevo di tutto dalle fotocopie alla progettazione, spedivo
lettere e tenevo la contabilità. Ma andò bene.
In
sei mesi riuscii a raggiungere il pareggio del bilancio e
assunsi una segretaria".
"Da allora le cose
andarono in crescendo. Nell’88 ci fu il primo
incarico importante, uno studio legato a un pallone
aerostatico, tre anni più tardi fui probabilmente il
primo europeo a mettere piede in un cosmodromo russo. Poi
il primo lancio nello spazio con un esperimento concepito
interamente in Italia, stavamo diventando specialisti
dei voli con i russi.”
Nel ’95 un’altra scelta dolorosa: la Kayser Italia
non poteva più dipendere dalla casa madre tedesca.
Sofferta, ma inevitabile la decisione. Niente più spalle
coperte e avanti da soli. Ma Zolesi non sbagliò e dopo
neanche 20 anni di vita l’azienda si ritrova con uno
staff di oltre 30 persone, una nuova sede acquistata per la
necessità di espandersi e il primato tra le
aziende aerospaziali italiane per numero di missioni
fatte.
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