Diventare madre mentre la terra trema


Pubblicato il 17/04/2012                          
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L’AQUILAOre 3.30, Milena Castellano è in sala travaglio. Con lei il marito, Enrico Corrado, alcune infermiere e l’ostetrica che stava scrivendo i braccialetti per lei e la bambina che stava per nascere.
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Ore 3.32, le pareti iniziano a muoversi, si staccano parti di intonaco dal soffitto, Enrico si getta sulla moglie per ripararla.

È l’inizio del terremoto, ma per la bambina che sta per nascere comincia la vita. Portata all’esterno Milena partorisce la sua prima figlia in un’ambulanza alle 3.45. Una splendida bimba, Gabriella, resterà alcune ore tra le braccia della madre mentre intorno a loro un’intera città sta crollando. Anche casa di Milena ed Enrico è distrutta e la famiglia è costretta a spostarsi prima a Rieti, poi a Pescara, poi in una roulotte davanti casa, infine in un Map, una delle casette di legno costruite per ospitare provvisoriamente gli sfollati aquilani. Qualche mese fa, a fine 2011, è nato anche Valerio, il secondo figlio dei Corrado. La madre è tornata all’Ospedale civile “San Salvatore” perchè “è giusto che i miei bambini siano aquilani”.

Entro il 2012 l’abitazione della giovane mamma dovrebbe essere pronta e la coppia con Gabriella e Valerio potranno tornare nella loro casa.  Ma le difficoltà non sono finite. Il nucleo familiare è cambiato, ci sono nuove abitudini e necessità ma anche il problema di dover crescere delle piccole vite tra le rovine del capoluogo abruzzese.

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