Il racconto: quella lunga notte dell’orrendo scossone
Pubblicato il 17/04/2012
Sei madri raccontano cosa è successo il 6 aprile 2009 durante il terremoto. Svegliare i propri figli, fuggire da casa, passare la notte in macchina alla ricerca degli altri familiari. Momenti di panico che hanno segnato la vita dei cittadini aquilani. La fine delle certezze costruite dalle famiglie anno dopo anno, tasselli che in una notte si sono sgretolati insieme agli edifici della città lasciando polvere e macerie non solo sulle strade ma anche nell’anima delle persone.
Alle 3.32 Raffaella, incinta di quattro mesi, è caduta a terra non appena ha provato ad alzarsi dal letto. Poi insieme al marito è corsa nella stanza del figlio per svegliarlo e portarlo fuori. Nello stesso momento Milena si trovava all’Ospedale civile San Salvatore in sala travaglio. Appena la terra ha cominciato a tremare, il marito le si è gettato sopra per ripararla dai crolli. Immediatamente trasportata all’esterno, ha partorito in un’ambulanza solo dieci minuti dopo la scossa. Gabriella, la sua bimba, è nata alle 3.45.
Paradossalmente Marianna, svegliati i figli e il marito, ha concentrato le attenzioni sul salotto di casa che si era allagato. Tutta la famiglia ha iniziato ad asciugare il pavimento prima di rendersi conto di quello che stava succedendo e uscire di casa. Gloria, la figlia minore di Giuseppina,invece, la notte dell’orrendo scossone aveva un braccio rotto. Mentre con la famiglia cercava di raggiungere l’ospedale nel quale era stata ricoverata la nonna, ferita durante il crollo della sua casa nella zona del Palazzo del prefetto, si è sentita male e ha iniziato ad avere attacchi di vomito e diarrea. Tutto intorno si sentivano urla e pianti. Le diverse reazioni durante il sisma.