Due bambini, pochi luoghi dove farli giocare
Pubblicato il 17/04/2012
L’AQUILA – Due bambini e l’università da finire. Raffaella Lauretani ha 28 anni e la notte del terremoto era incinta al quarto mese di gravidanza del suo secondo figlio, Emanuele. Svegliata all’improvviso dalla scossa è caduta appena ha provato ad alzarsi dal letto. Poi insieme al marito e ad Alessandro, il figlio maggiore, è fuggita via e ha passato la notte in macchina.
Raffaella ora vive in una casa in affitto in attesa che inizino i lavori di ricostruzione della sua abitazione, anche se il progetto non è ancora neanche stato approvato.
Lei e i suoi figli stanno cercando di superare i traumi del post-terremoto. Raffaella si è reiscritta all’università, ha ricominciato a guidare, ma risente ancora della paura di quella notte. Quando resta sola preferisce non rimanere dentro casa perchè non si sente sicura. Alessandro poi dal giorno dopo la forte scossa ha iniziato ad avere problemi di linguaggio e ora segue una terapia da un logopedista.
Ma un altro problema è l’assenza di spazi. Oltre a un piccolo parco con alcuni giochi nel Castello dove si possono portare i bambini durante le belle giornate a L’Aquila non c’è più nulla. O si va a casa di amici o al centro commerciale. Nient’altro.
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