Il sogno di tornare a casa


Pubblicato il 17/04/2012                          
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L’AQUILA – Arrivati dalla Romania cinque anni fa speravano di trovare delle condizioni di vita migliori. Dimitri Marian Jugravu e Andream Imaela vivevano a Capitignano in una casa in affitto. Lui lavorava come fabbro, lei faceva la badante e insieme stavano costruendo una nuova famiglia. Ad aprile 2009 Imaela era al quinto mese di gravidanza.  Quando la terra ha cominciato a tremare sono usciti fuori di casa e hanno passato la notte sulla strada, al freddo, su due materassi tirati fuori dall’abitazione.

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Nei mesi successivi hanno vissuto dentro due tende che il prete del paese gli aveva procurato. Ad agosto, una settimana dopo la nascita della loro bimba, Micaela, si sono spostati per 6 mesi in un appartamento del Comune, poi si sono trasferiti a Marana, un paese vicino, e infine sono tornati a Capitignano in un piccolo bilocale in affitto.

In questa casa ora vivono in quattro, la coppia, la bimba e la sorella di Dimitri. Quando piove l’acqua penetra dal soffitto, lo spazio è molto limitato. “Vorremmo trovare un’altra sistemazione ma non si trova nulla. Non ci sono abitazioni in affitto”.

Dopo il terremoto Dimitri voleva comprare una casetta per la sua nuova famiglia. Ha un contratto a tempo indeterminato, il permesso di soggiorno, ma nessuna banca ha voluto fargli un finanziamento. In una città che ormai non c’è più, senza la possibilità di costruirsi un futuro e con la paura di rivivere nuovamente una notte come quella del 6 aprile 2009, la coppia spera di poter tornare un giorno nella propria terra.

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