Il caso del giovane cronista del New York Times costretto alle dimissioni per aver “copiato” (v. posting del 2 maggio) sta facendo storia del giornalismo in America: il giornale ha pubblicato domenica in prima pagina una inchiesta sulla vicenda lunga quattro pagine che parla di “invenzioni e plagi generalizzati che costituiscono un profondo tradimento del rapporto di fiducia e un punto basso nella storia di 152 anni del giornale”. Una batteria di cronisti ha intervistato 150 persone e riesaminato 73 articoli scritti da Blair per le pagine nazionali e ha trovato problemi in 36: citazioni inventate, situazioni descritte sulle base di foto lasciando intendere di essere stato sul posto, notizie e dichiarazioni prese di peso da altri giornali. E’ la madre di tutte le rettifiche. Niente male come “trasparenza”, no? (Nel frattempo il fotoreporter licenziato dal Los Angeles Times per aver fatto di due foto una – v. posting del 2 aprile – si fa intervistare e ammette il proprio errore). (T)







