…e quando i grandi toppano, toppano alla grande. Ecco due casi – par condicio oblige – tratti dai due maggiori quotidiani italiani di questa mattina. Ambedue a pagina 2.
Corriere della Sera: lungo articolo/intervista a Luigi Crespi ex sondaggista di fiducia di Berlusconi. Arrivato alla quarta colonna il pur bravo Gian Antonio Stella fa dire a Crespi che il suo lavoro “è quello di camping manager”. Stratega delle campagne elettorali, spiega Stella. Evidentemente un errore di dettatura (oppure uno scherzetto del correttore automatico che non ha riconosciuto campaign e lo ha trasformato in camping). Il problema è che il redattore che ha passato il pezzo non solo non lo ha corretto ma lo ha ripetuto uguale nella infografica a destra due volte: nel testo della didascalia e nel titolino.
La Repubblica. Ancora uno scherzetto della infografica, dedicata alle manifestazioni all’Aja pro o contro la barriera di separazione israeliana. C’è la foto di un ebreo ortodosso con la dida: “Il rabbino Aye Friedman è arrivato da Vienna all’Aja per manifestare in difesa del muro”. Peccato che il rabbino abbia un bimbo con la keffiah palestinese in braccio e indossi un cartello sul quale è scritto in inglese: “I rabbini autentici si sono sempre opposti… (taglio della foto) …nismo”. Basta riprendere l’originale foto AP e scoprire che il cartello affermava: “I rabbini autentici si sono sempre opposti al sionismo”. Si tratta di gruppuscoli ultraortodossi che ritengono sacrilega la costituzione dello Stato d’Israele e che fanno causa comune con i palestinesi. Bastava leggere la didascalia originaria della foto un po’ oltre il nome (peraltro riprodotto in modo errato: si chiama Moishe Arye Friedmann) o, più semplicemente, leggere il pezzo sottostante dell’inviato Alberto Stabile.
Morale: 1) occhio all’infografica e 2) il deskista è l’ultimo responsabile di ciò che va in pagina: se toppa lui, toppa il giornale. (T)