URBINO – Anche le indagini in corso sull’omicidio di Yara Gambirasio potrebbero avere nuovo impulso dal nuovo metodo di analisi sul Dna, messo a punto dal Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino. E’ stata elaborata una procedura denominata Cy0 che ottimizzerà anche il lavoro per i R.I.S. e per la polizia scientifica nello studio dei campioni molecolari.
“Questo risultato è importantissimo per le nostre indagini e potremo renderle più veloci, anche per il caso di Yara Gambirasio” – ha affermato Piero Angeloni, Direttore della polizia scientifica anticrimine del Ministero dell’Interno, a margine del convegno tenutosi questa mattina presso la facoltà di Economia dell’Università in cui sono stati presentati i risultati dello studio.
Con la ricerca sarà possibile superare i limiti standard che non forniscono al momento quantificazioni di Dna attendibili. Il nuovo test permetterà di amplificare visivamente il materiale genetico, a partire da un campione minuscolo si potrà duplicare la molecola fino a quando non sia sufficiente per lo studio. Gli scienziati sostengono che il nuovo metodo potrà concretamente diminuire il margine di errore per identificare i colpevoli di reati sessuali e di violenza personale.
“Si aprono ogni anno – ha proseguito Angeloni – quasi mille fascicoli su reati che riguardano analisi di molecole di Dna e, nel 90% dei casi, questo porta a un risultato positivo per le nostre indagini. Per questo la collaborazione tra polizia scientifica e ricerca è fondamentale per migliorare i risultati del nostro lavoro”.
Ascolta l’intervista a Piero Angeloni
(f.m.)