Confcommercio accusa Ersu e Comune
La Confcommercio attaca l’Ersu per concorrenza sleale e non esclude ipotesi di class action, anche contro il Comune. Secondo gli albergatori e ristoratori della città, l’ente per il diritto allo studio opera oltre le proprie finalità, rendendo disponibili le proprie strutture abitative non solo a giovani e studenti ma anche a chi non ne avrebbe diritto, sottraendo clienti al settore privato dell’accoglienza turistica. “E’ uno scandalo che si utilizzino fondi pubblici per ragioni estranee al diritto allo studio. L’Ersu si comporta come un’impresa, danneggiando l’imprenditoria locale”, ha affermato Amerigo Varotti, direttore provinciale di Confcommercio Pesaro Urbino, durante la conferenza stampa di ieri promossa dagli albergatori e ristoratori della città.
Negli ultimi anni, infatti, le convenzioni stipulate dall’Ersu con la Regione hanno permesso l’utilizzo delle strutture agli ospiti di convegni e attività culturali tramite convenzioni con altri soggetti pubblici. Oggi la situazione è diversa. Dopo la legge quadro sul turismo, che ha equiparato gli Ersu alle Case per Ferie, si è aggiunta la delibera adottata dal Comune di Urbino nel luglio del 2008. Attraverso questa convenzione l’Ersu ha così potuto mettere a disposizione strutture e personale non solo a giovani e studenti – come richiesto dalle legge regionale attraverso l’espressione “popolazione giovanile” – ma a tutta la popolazione, quindi anche a soggetti privati. Inoltre, se prima l’accesso era consentito solo alle iniziative organizzate dal Comune, la convenzione allarga l’uso anche alle attività patrocinate. “E’ una delibera che ha cambiato in maniera abnorme la natura della normativa regionale, consentendo un utilizzo fuori luogo. Per questo motivo chiederemo alla Regione Marche quali siano le effettive competenze dell’Ersu”, dice Egidio Cecchini, segretario Confcommercio Urbino.
Il 14 marzo è avvenuto un primo incontro tra Ersu e Confcommercio: un nulla di fatto che ha spinto gli albergatori a continuare la protesta. “Nei prossimi giorni chiederemo un confronto con il Comune per ridiscutere la convenzione stipulata con l’Ersu – afferma Varotti – sperando di trovare una soluzione condivisa. Il nostro interesse è quello di tutelare i nostri diritti: se non ci sarà un accordo, utilizzeremo tutte le vie possibili, comprese azioni legali come le class action”.
L’Ersu però, tramite l’ufficio stampa, respinge le accuse. Sarà reso pubblico nei prossimi giorni un documento che dimostrerà come l’accesso alle strutture avvenga nel rispetto della normativa regionale.
Albergatori e ristoratori non demordono:”Occorre risolvere la situazione al più presto”, afferma Maria Elisa Rossi di Confturismo Urbino. “In questo modo – conclude – si allontano gli investimenti esterni, danneggiando la realtà imprenditoriale e turistica della città”.