URBINO – A Urbino non piove più. A novembre sono caduti appena dieci millimetri di pioggia. Eppure per le statistiche dovrebbe essere il mese più piovoso nella città ducale, con una media di 100 millimetri. Lo scorso anno ne sono stati misurati 183. Novembre di quest’anno quindi ha fatto registrare il 90% in meno di precipitazioni rispetto alla media, ma non è finita qui. Questo infatti sembra essere un autunno record in quanto a siccità. Secondo i dati dell’Osservatorio meteorologico di Urbino ‘A. Serpieri’, è il meno piovoso da oltre un decennio a questa parte.
Le precipitazioni a Urbino negli ultimi dieci anni e il confronto con la media storica. Dati Osservatorio ‘A. Serpieri’ di Urbino
La pioggia ha iniziato a scarseggiare già da aprile, come ricorda Piero Paolucci dell’Osservatorio meteorologico di Urbino. Se il confronto con lo scorso anno è addirittura impietoso – con 1240 millimetri di pioggia caduta il 2010 è stato il più piovoso dal 1953 – quello in corso si candida ad essere ricordato come uno degli anni con meno precipitazioni. Fino a novembre sono caduti in totale appena 596 millimetri (la media è di 874). Di sicuro è l’unico, dal 2000, che ha visto un agosto a secco: neanche una goccia d’acqua per 31 giorni, una rarità da queste parti. Un autunno, e non solo, anomalo, con valori molto al di sotto delle medie stagionali e che potrebbe avere importanti ripercussioni nei prossimi mesi sia per la città che per l’agricoltura. Nessun allarme per ora, ma solo una “fase di criticità”.
Oltre alla pioggia quest’anno a farsi desiderare è, infatti, anche la neve, non solo a Urbino ma anche in montagna. Così i fiumi della zona, quelli che vanno ad alimentare gli acquedotti comunali, sono al di sotto dei livelli normali in questo periodo. “E la città non dispone di altre sorgenti in grado di far fronte ad eventuali carenze idriche della città” dice il geologo Pierpaolo Tiberi. Un’eventuale emergenza, quindi, riguarderebbe la prossima estate e solo nel caso in cui dovesse continuare a non piovere anche nei prossimi mesi.
Ma la mancanza d’acqua ha già provocato danni. “La siccità estiva – spiega il professore Rodolfo Santilocchi, preside della facoltà di Agraria dell’Università politecnica delle Marche – ha ridotto la produzione delle olive e ha reso difficile per i coltivatori seminare i cereali autunnali. Coltivatori che, tra l’altro, sono stati costretti ad irrigare le loro colture anche in un periodo in cui, solitamente, era la pioggia a farlo”. Danni anche per gli allevatori: “La lunga siccità ha ridotto il foraggio e quindi la produttività dei pascoli”.
Questa anomalia climatica rientra a pieno in un fenomeno che riguarda tutta la regione: ‘la meridionalizzazione delle Marche’. Come spiega il professore Marco Toderi, docente di agronomia del territorio al Politecnico di Ancona, “il clima tende ad essere sempre più simile al sud Italia piuttosto che al centro-nord. Urbino è una zona di transizione, dove è sempre stato possibile coltivare colture tipiche sia del nord che del sud, rischia di veder sparire la possibilità di produrre coltivazioni settentrionali”.
“Poi non bisogna dimenticare che, se a mesi aridi dovesse seguire un periodo di precipitazioni abbondanti e intense, si potrebbe andare incontro a frane e allagamenti”. Il pensiero corre alle alluvioni dello scorso anno nel sud delle Marche o ai recenti disastri in Liguria e Sicilia. “Il territorio della zona Urbino è principalmente argilloso – avverte Tiberi – quindi impermeabile. Questo significa che, in caso di piogge violente, l’acqua non verrebbe assorbita e rimarrebbe in superficie”.