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Da Colonna, otto chilometri a piedi fino in città. L’odissea di una famiglia

di    -    Pubblicato il 6/02/2012                 
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La casa della famiglia Arduini a Colonna

di Martina Manfredi

URBINO – Quattro giorni in casa con tuta da sci e berretto e poi otto chilometri a piedi nella neve alta un metro e settanta, con il bambino che ci spariva dentro. E’ ancora arrabbiato per quello che ha vissuto Andrea Arduini, rimasto bloccato in una casa a Colonna, frazione di Urbino, con la moglie e il figlio di tre anni.

Da mercoledì notte a venerdì notte la strada di Colonna ha accumulato neve senza essere mai pulita, lasciando alcune case senza corrente elettrica per giorni. “Grazie al cielo noi abbiamo il gas a bombola – dice Andrea – se no saremmo rimasti anche senza fornelli. Ho tenuto mio figlio in casa con tuta da sci, guanti, cappello e coperta per quattro giorni perché era impensabile fare la strada a piedi con la neve che arrivava alle finestre. Dormivamo così, vestiti. Alla fine sabato hanno pulito la strada principale e abbiamo lasciato la casa, camminando nelle neve ormai altissima. Ci perdevamo il bambino dentro”.

Lo ricorda e si arrabbia anche perché teme che non sia ancora tutto finito. Ora è ospite con la sua famiglia a casa della madre, in zona Ospedale, ma anche lì la corrente elettrica va e viene. Appena lasciata la sua casa a Colonna è andato in hotel per due notti: “150 euro. L’Enel dice che risarcirà i danni ma non è questo il punto: il problema non è l’elettricità ma le strade, perché se fossero state più pulite anche i danni ai cavi elettrici si sarebbero potuti risolvere in poche ore”. Sua madre ricorda che quarant’anni fa è successa la stessa cosa e anche allora il problema era che non pulivano i percorsi della luce in mezzo alle campagne.

“Va bene pulire il centro – continua Andrea – ma non ci si può dimenticare di chi abita fuori: è inutile far venire l’esercito in città per metterlo in mostra e poi avere persone bloccate nelle campagne per giorni”. La nevicata è eccezionale ma “si era previsto che ne arrivasse tanta e le ruspe si dovevano organizzare meglio: non si può lasciar vivere la gente in queste condizioni”.

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