di Stefania Carboni, Gloria Bagnariol e Maria Sara Bertuccioli
URBINO – Un tempo c’erano gli spalatori, passavano dietro lo spalaneve, erano in dieci, come un piccolo esercito, liberavano portoni e ingressi delle attività. Nessun urbinate rimaneva chiuso in casa, con un muro di neve e ghiaccio davanti a sè. Oggi, ci sono ancora, ma non chiamatelo esercito. Sono una piccola squadra che aumenta ogni giorno di più: sono studenti, giovani e non solo.
OPERAZIONE SAN POLO. Un gruppo di ragazzi (alcuni di loro giocano nell’Urbino calcio) da ieri, in mezzo alla tormenta, hanno iniziato a spalare per le case. Oggi hanno liberato una vecchietta di 102 anni, scavando un tunnel fino all’ingresso. L’anziana, che abita con la sua badante, è senza luce da oggi.
Il gruppo arrivato sul posto, per cercare di risolvere il problema, ha avvisato i vigili per controllare il tetto dell’abitazione, dove ci sono delle infiltrazioni.
SPALATORI SOLIDALI. La sera si organizzano su Facebook, la mattina si trovano in piazza. Ogni giorno fanno il giro del centro, e spalano e liberano le soglie dei vecchietti o dei loro coetanei. Poco importa chi c’è dietro l’uscio, l’importante è liberare.
LEGGI: la prima ‘spalata solidale’
Chinati nelle vie più strette, dove si supera il metro di altezza, scavano corridoi e bussano di casa in casa chiedendo se serve una mano. Solo una pausa pranzo per poi tornare alle tre e mezzo del pomeriggio più numerosi di prima. Il tam tam è partito da una richiesta di aiuto da parte dell’Associazione nazionale tumori: “Vista la straordinaria nevicata, alcuni operatori ed operatrici Ant hanno manifestato la necesita’ di liberare i portoni delle abitazioni di persone anziane e malate”.
Da lì Andrea Piccolo, alcuni studenti e l’associazione C1 si sono dati appuntamento in centro.
FOTO Il reportage di Federico Barattini
Era il 4 febbraio. Continua ancora oggi. Durerà finché la neve non smetterà di riempire angoli e strade. Finché i bromboli (così gli urbinati chiamano le enormi stalattiti sui tetti delle case), non verranno staccati dalle grondaie. Con tubo o con la pala, poco importa, l’importante è aiutare.
LEGGI ANCHE: Alessio, lo spalatore solitario dell’Università