di Massimiliano Cocchi
URBINO – Li hanno ritrovati abbracciati, prigionieri del vento. Hanno passato sei ore al gelo, nella neve. Sante e Maria Luisa erano soli nel buio , le uniche luci erano quelle della loro Panda 4×4, ma a tenergli compagnia c’era blizzard, il vento gelido che li aveva intrappolati. E’ successo tutto nella notte fra venerdì e sabato, sulle Cesane.
Sante Carboni e Maria Luisa Beretta sono i proprietari dell’armeria Cora e quel monte lo conoscono bene perché ci abitano e ci lavorano. E forse è per questo che non si sono fatti spaventare dalla tormenta che aveva già cominciato a soffiare quando è arrivata la richiesta di aiuto da parte del padre di lei. Era rimasto impantanato nella neve, qualche chilometro sotto l’abitazione dei due coniugi.
“Siamo partiti per raggiungere mio cognato verso le 23 – racconta Sante – e la strada era mal messa ma percorribile. Ho una Panda 4×4, non era la prima volta che andavo sulla neve”. Ma è stata la prima volta che ha incontrato un blizzard.
“Improvvisamente il vento ha spostato un gran mucchio di neve sulla macchina. Non riuscivamo ad andare né avanti né indietro”. Neppure il badile è riuscito a liberarli. “Sante ha lottato contro la neve per un’oretta – racconta la moglie – e per due volte siamo riusciti a muovere di nuovo la macchina”. Ma la loro era una lotta impari contro la tormenta.
Neanche una ruspa dei Vigili del fuoco è riuscito ad aiutarli. Il mezzo da solo non ce la faceva ed è sceso a valle per chiamare altri soccorsi. Così Sante e Maria Luisa sono rimasti di nuovo soli, mentre il vento continuava a soffiare. “Non dimenticherò mai quel rumore – dice Maria luisa – ma soprattutto non dimenticherò mai il freddo di quella notte. Eravamo tutti bagnati e stare in macchina non serviva!”
Ed è l’auto che li ha aiutati a resistere, perché la ruspa dei Vigili del fuoco ha impiegato due ore per tornare a valle e altre tre per risalire con gli altri soccorsi. “Sapevamo che non ci avevano abbandonato – prosegue Maria Luisa – ma quando ci hanno raggiunto erano già le cinque di mattina. E quando abbiamo visto la colonna di mezzi che con due ruspe e un trattore che si facevano largo fra la neve ci siamo abbracciati”.