URBINO – La parola d’ordine è stata solidarietà. Dai sindaci al prefetto Attilio Visconti fino agli spalatori volontari, tutti hanno contribuito a far ripartire il territorio della provincia di Pesaro Urbino. Ma non tutte le decisioni prese dalla regione Marche sono state condivise dagli amministratori del Montefeltro.
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Punto di discordia è stato il provvedimento con cui la Regione ha destinato un fondo di un milione di euro per reclutare cittadini disposti a spalare per ripulire le città.Ad essere criticati dai sindaci sono stati i criteri che la giunta Spacca ha imposto per assegnare i voucher Inps, o buoni lavoro, da 50 euro lordi (37 netti). Inizialmente la Regione ha infatti concesso i voucher in base al numero degli abitanti dei singoli municipi, consentendo solo a cassaintegrati e a lavoratori in mobilità la possibilità di accesso.
“Ma la neve non cade sulla testa della gente, bensì sui territori”, si è lamentata Romina Pierantoni, sindaco di Borgo Pace, tra i comuni più colpiti. Il criterio numerico infatti non è proporzionale ai disagi subiti nelle differenti località. Senza contare, inoltre, come molte amministrazioni non disponessero di lavoratori in cassa integrazione.
Dopo la denuncia dei nove comuni dell’ “Ambito territoriale sociale IV” (Urbino, Urbania, Petriano, montecalvo in Foglia, Fermignano, Peglio, Mercatello sul Metauro, S. Angelo in Vado e Borgopace) la Regione ha così allargato il provvedimento anche a inoccupati e disoccupati, inclusi gli studenti. “Avevamo bisogno di manodopera urgente, ma ci siamo accorti che il provvedimento aveva un impatto disomogeneo nel territorio”, ha ammesso Almerino Mezzolani, assessore regionale alla Sanità.
A unire gli intenti è ora la richiesta dello stato di emergenza, fondamentale per coprire le spese: “Solo insieme possiamo far valere le ragioni di un territorio colpito in un solo anno prima dall’alluvione, poi dalle nevicate”, ha aggiunto. Intanto le Marche hanno provato a tamponare l’emergenza: “Destineremo una parte dei fondi del Psr (programma di sviluppo rurale, ndr) per la ricostruzione di stalle e aziende agricole, con il meccanismo dell’80 per cento a fondo perduto”, ha concluso l’assessore. Per il riconoscimento dello stato di calamità naturale, relativo ad agricoltura e zootecnia, invece, la strada è già stata definita dal governo: fondamentale però sarà accertare l’entità delle risorse erogate.